Michel Martone, giovane vice ministro del Lavoro e delle Politiche sociali si è lasciato contagiare dal'ultima moda dei politici italiani e anche lui ha esternato.
L'esternazione che ha fatto storcere parecchi nasini è la seguente "laurearsi dopo i 28 anni è da sfigati".
Mhm. Se un'affermazione come quella del sig. Martone fosse scappata di bocca ad un super genio, ad un bambino prodigio, ad un luminare in fasce avrei anche potuto accettarlo. Ma a parlare èAldilà della facile ironia che si può fare su affermazioni e personaggi di questo tipo, io ci tengo a parlare di quella che è la mia personale Io, come moltissime altre persone, sono sempre stata molto concentrata nello studio, mi è sempre piaciuta l'idea di conoscere nuove cose, da ragazzina il tipo di conoscenza alla quale aspiravo era quella rinascimentale alla Leonardo da Vinci (pazza!). Ho sempre avuto ottimi voti a scuola, mi sono sempre distinta, ho sempre ricevuto le lodi dei miei insegnanti. Con questo non voglio minimamente insinuare di essere un genio o qualcosa di simile, voglio solo supportare la tesi che io non sono una fuori corso perchè mi
Immagino che il sig. Martone possa permettersi affermazioni di questo tipo poichè, (cito Wikipedia):
"Secondo la ricostruzione del giornalista Corrado Zunino, Michel Martone "è un . A 26 anni . In tal modo tipico prodotto dell'accademia familistica italiana" . Il padre Antonio Martone é stato un "giudice di peso", "membro della Fondazione Craxi", "presidente dell'Authority scioperi e della Commissione anti-fannulloni per volontà di Renato Brunetta" e anche "assiduo frequentatore dello studio legale Previti" . [...] . Al concorso da professore ordinario, tenutosi tra gennaio e luglio 2003, "su otto iscritti sei si ritirarono" Michel Martone ha avuto una carriera universitaria rapidissima e sospetta in quanto a 23 anni, appena laureato, era giá dottorando divenne ricercatore di ruolo (l'età media per diventare ricercatore è di 35 anni), a 27 professore associato e a 29 professore ordinario Michel Martone arrivó secondo su due
il secondo su due, dopotutto...
esperienza nell'università italiana, esperienza che so per certo è condivisa da una grandissima percentuale degli studenti universitari.
Studiare nelle università pubbliche italiane è faticoso. E' stancante, è stressante, è frustrante.
scoccia studiare. Adesso sono una fuori corso con tanta voglia di fare e di andare avanti, bloccata da tutto quello che ho vissuto negli ultimi sei anni. Ho la media del 27, ho avuto ottimi voti nel 90% degli esami che ho sostenuto, eppure sono ancora qua, in parte a causa del sistema università, a causa dei docenti, del modo in cui insegnano, in parte a causa mia, perchè in questi anni ho trovate mille cose da fare che mi gratificassero più dell'università.
Se il problema dei fuori corso è così diffuso in Italia, forse dovrebbero iniziare a chiedersi se la colpa è degli studenti fannulloni, svogliati e sfigati, o se forse sia loro, della scarsa motivazione degli insegnati frustrati costretti a pagare di tasca propria le fotocopie e ad insegnare in aule fatiscenti, della burocrazia universitaria che ti impedisce di sostenere un esame se il programma su cui sei preparato non è quello registrato sul tuo piano di studi, della scarsissima qualità della maggior parte dei corsi svolti presso le università italiane.
Speriamo si diano una risposta, e presto.