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dalla LAV di ALESSANDRIA: Mi chiamo Martina Fausto e il 2 giugno 2011 ho ritrovato a Pratolungo Superiore quella che per 4 meravigliosi anni è stata una compagna di vita per me e per la mia famiglia: Ariel.
L’ho cercata senza sosta per settimane ma era lì, nascosta nell’erba alta, in un fosso a bordo strada.. la causa quasi certa della morte: avvelenamento. Ho adottato Ariel l’8 febbraio 2007 al canile municipale di Genova, dove all’epoca ero volontaria. Sarebbe riduttivo spiegare quanto questa creatura abbia fatto per me. Ho il cuore a pezzi, non sono riuscita a proteggerla in vita e anche se ora non è più fisicamente fra noi non l’abbandonerò. Ho parlato con le guardie della provincia ed ho rilasciato mia dichiarazione, trovando in loro un grande sostegno emotivo e soprattutto pratico. So che stanno facendo quanto in loro potere per contrastare attivamente la minaccia dei bocconi avvelenati.Ho letto della vostra partecipazione attiva alla vicenda e della richiesta alla prefettura dell’istituzione di un Tavolo tecnico. Vi sarei immensamente grata se poteste tenermi aggiornata sugli sviluppi di questa battaglia.. Superato il totale panico dei primi giorni ho deciso di affrontare il mio dolore con dignità e determinazione.. Non posso permettere che Ariel sia morta invano e voglio che la sua scomparsa possa per lo meno servire ad aiutare a prevenire che altri esseri viventi vadano incontro a questo insensato destino. Nel mio piccolo ho scritto diverse mail a redazioni di giornali e radio locali, associazioni animaliste. Io e le persone coinvolte nella vicenda o semplicemente sensibili a questo grave problema siamo disposte a collaborare, metterci in contatto con qualsiasi ente ci venga in mente possa aiutarci, valutare di creare una petizione, scrivere al sindaco, contattare il gestore dell’azienda faunistico venatoria.. abbiamo però bisogno che chi è pratico di queste battaglie ci dia una mano e suggerisca le modalità con cui attivarci.. ed è per questo che mi sono rivolta anche a voi. La vicenda dei bocconi avvelenati sta mietendo troppe vittime in un’area che ho scoperto essere già stata in passato soggetta a questa piaga.. Io abito a Genova, ci trovavamo a Pratolungo superiore perchè mio zio da due anni si è trasferito li.. ironia della sorte, per vivere in mezzo alla quiete e al profumo della natura.. Questo luogo invece è infestato da una piaga che a mio avviso diventa di natura sociale nel momento in cui condiziona negativamente la vita della comunità che vi abita… aver paura che persino i bambini possano venire a contatto con cibo avvelenato sparso nelle proprietà private, avere il terrore di lasciare il proprio cane in giardino o semplicemente di condurlo in passeggiata.. non è civiltà.
Martina Fausto