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Lavarsi di continuo le mani: e se fosse un’ossessione?

Creato il 26 giugno 2014 da Mariagraziapsi

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Chissà quante volte quotidianamente capita ad ognuno di noi di lavarsi le mani. Un gesto tanto comune quanto necessario a mantenere un certo livello di igiene. Ma, se questo gesto diventasse altamente ricorrente e incontrollabile, quasi un comportamento ritualistico, tanto da interferire significativamente con la nostra vita quotidiana? Potremmo trovarci di fronte a un Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC).

Cos’è il Disturbo Ossessivo-Compulsivo?
E’ un disturbo caratterizzato dalla presenza di due fenomeni distinti: le ossessioni e le compulsioni. Le ossessioni sono pensieri, idee e/o immagini mentali ricorrenti e persistenti. Il soggetto che soffre di ossessioni riconosce l’assurdità dei suoi pensieri e vorrebbe liberarsene, poiché li percepisce come intrusivi, ma pare non sia in grado di ignorarli e reprimerli. La perdita di controllo è una delle caratteristiche centrali di questo disturbo. Le compulsioni sono, invece, comportamenti rituali che il soggetto mette in atto per ridurre l’ansia e il disagio sviluppati dalle ossessioni e che sembra non riuscire a controllare in altro modo.

Il DOC è lievemente più frequente nelle donne ed esordisce generalmente in adolescenza.
Secondo uno studio riportato nel “Journal of the American Medical Association”, l’ossessione della contaminazione accompagnata dalla compulsione di lavarsi le mani è il caso più diffuso e maggiormente riportato dai soggetti presi come campione. I “pulitori” sviluppano pensieri ossessivi riguardanti la paura della contaminazione; si sentono contaminati quando esposti a determinati oggetti e, di conseguenza, mettono in atto la compulsione del lavarsi continuamente le mani, per ore ed ore, o, nei casi peggiori, finiscono per farsi tre o quattro docce di fila.

Il DOC, però, non si limita al disturbo da contaminazione. Spesso si manifesta anche come:

  •  disturbo da controllo, quando ossessioni e compulsioni riguardano il controllare ripetutamente (porte, serrature, elettrodomestici…), senza reale necessità, al fine di prevenire qualcosa di terribile (incendi, disgrazie…);
  •  disturbo da accumulo, quando il soggetto ha la tendenza a conservare oggetti insignificanti (bottiglie vuote, giornali…) con la convinzione che un giorno potrebbero servirgli;
  •  disturbo da ordine, quando si sviluppa intolleranza nei confronti del disordine e si passano le ore a riordinare ed allineare gli oggetti finché non risultino armonici secondo una sequenza logica (colore, dimensione, forma…) e rendano il soggetto soddisfatto.

E’ bene sottolineare come tutti noi sviluppiamo alle volte dei pensieri ricorrenti e persistenti, ad esempio quando appena usciti da casa ci chiediamo “Ho chiuso tutte le finestre?”; allo stesso modo mettiamo talvolta in atto comportamenti ritualistici, come quando ordiniamo tutta la scrivania prima di iniziare un lavoro. Il passaggio tra normalità e patologia avviene quando tali pensieri e comportamenti del soggetto occupano talmente tanto del suo tempo da interferire gravemente con la sua vita quotidiana. Molto importante, inoltre, affinché si possa parlare di DOC, è che il soggetto sia in grado di percepire il suo disturbo, riconoscendo ossessioni e compulsioni come irrazionali e da respingere.

Si ipotizza che lo stress possa essere determinante nell’aumento dei pensieri ossessivi; delle ricerche dimostrano che i soggetti che frequentemente presentano pensieri ossessivi vivono situazioni di forte stress (ad esempio una morte in famiglia o un cambiamento di vita radicale) che non riescono a gestire.

E’ da tenere in considerazione anche l’importanza della cultura di riferimento. Così, se un comportamento rituale si sviluppa all’interno di una particolare cultura che lo contempla tra i propri riti, esso non viene considerato Disturbo ossessivo-compulsivo, a meno che non vada oltre le norme culturali e si verifichi in tempi e luoghi inappropriati secondo quanto contemplato dalla cultura stessa. Quindi, un comportamento rituale che può ritenersi sintomo di DOC in una cultura, è considerato del tutto normale in un’altra che lo contempla tra i suoi riti interni.

Caterina Fazio

Bibliografia

Siracusano A. (2007). Manuale di Psichiatria, Il Pensiero Scientifico
Carlson N.R. (2008). Fisiologia del Comportamento, Piccin
Atkinson & Hilgard’s (2011). Introduzione alla Psicologia, Piccin
Violetti E., Il disturbo ossessivo compulsivo, http://www.psiconapoli.it/disruboossessivocompulsivoaspx.aspx
Di Muro R., Il disturbo ossessivo-compulsivo, http://ramonadimuro.com/articoli-3/il-disturbo-ossessivo-compulsivo/
Disturbo Ossessivo Compulsivo – Cosa è, Sintomi, Causa e Cura, http://www.apc.it/pazienti-ossessivi/disturbo-ossessivo-compulsivo



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