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Sempre più spesso sia via mail che su Facebook mi sento rivolgere la stessa domanda: "Che spessore ha il filo che lavori?". Tantissime volte ho risposto che non c'è un unico spessore con cui lavorare e che tutto dipende da cosa si vuole fare e di sicuro anche dal proprio gusto e dal proprio modo di lavorare, ma sembra che chi riceve la risposta non sia mai soddisfatto... Credo che alla base ci sia la voglia di ottenere tutto e subito, senza sforzarsi di capire meglio da soli, attraverso la propia esperienza, cosa funziona meglio per noi. In secondo luogo le reiterate domande sullo spessore del filo mi fanno capire che chi me le pone non ha mai lavorato con un filo metallico. Basta tenere una volta in mano un filo di rame cotto da 0.6 mm di spessore per capire che non andrà mai bene per farci un pendente o una monachella o un link. Dunque è ancora più difficile poter dare spiegazioni.
Innanzi tutto diciamo che non tutti i metalli sono uguali, che ognuno ha una diversa consistenza che dipende da diversi fattori: la lega di cui è composto, il trattamento termico che può aver subito, l'eventuale presenza di una placcatura (cioè di un sottile strato di un altro metallo che ne ricopre la superficie), l'eventuale presenza di un trattamento anti-ossidazione, lo spessore.
Solo avendoli fra le mani si può cominciare ad avere un'idea del loro comportamento, e solo lavorandoli si può capire fino in fondo cosa possiamo aspettarci da quel particolare tipo di filo. Anche perchè certe specifiche dei metalli, come il grado di incrudimento o di cottura, nei materiali in vendita in Italia (tranne se ci rivolgiamo a ditte che trattano i metalli industrialmente) non ci è dato sapere. Nella maggior parte dei casi si tratta di filo cotto, abbastanza facile da lavorare e da manipolare. Per capire meglio di cosa sto parlando vi rimando ad un post di qualche tempo fa che parlava del comportamento del metallo.
Poi bisogna considerare il materiale che abbiamo fra le mani: l'ottone non è uguale al rame o al bronzo o all'argento. Inoltre bisogna considerare cosa vogliamo fare con il nostro filo: vogliamo fare delle forme libere? vogliamo lavorarlo col martello? vogliamo creare dei componenti? vogliamo usare la tecnica del wire wrapping? Ogni tipo di lavoro richiede degli spessori diversi, ma molto dipende anche dalla perizia di chi lo esegue. Per imparare a lavorare con qualunque tecnica vi interessi partite da un filo facile da lavorare come il rame cotto, in spessori facili da manipolare. Quando avrete acquisito sicurezza nei movimenti e confidenza con la tecnica allora potrete passare a spessori più consistenti.
Altra cosa molto importante è l'uso di strumenti adeguati. Non posso lavorare un filo da 2 mm. con le stesse pinze che mi servono per il filo da 0.5 mm senza rovinare le pinze o il filo. Così come non posso pensare di ottenere dei lavori "puliti" e dalla finitura perfetta se non uso un blocchetto e un martello dalla finitura a specchio, e senza poi fare un adeguato lavoro di rifinitura.
Per finire, ma solo per il momento, vorrei condividere con voi una considerazione che ritengo fondamentale: l'esperienza che ho fatto in questi anni, le letture e l'aiuto dell'esperienza di abili artigiani che per fortuna hanno voglia di condividere le proprie conoscenze, mi hanno insegnato che accostarsi ad un lavoro manuale richiede pazienza e molta umiltà. Non si deve avere fretta di fare, di avere tutto e subito, perchè la conoscenza si sedimenta dentro di noi attraverso l'esperienza e per accumulare esperienza (soprattutto se questo è il nostro hobby) ci vuole tempo e lavoro, sbagli, impegno, voglia di studiare e di imparare. Forse lavorando vi stuferete, perchè non otterrete risultati immediati, perchè vi richiederà troppo tempo, perchè non avrete un immediato ritorno. Oppure vi capiterà di innamorarvi di quello che fate, di cominciare a vederlo come parte integrante della vostra vita...
Se avete un po' di tempo provate a leggere questo contributo davvero ricco e interessante sull'artigiano e l'artigianato, di Mario Cesari (Pennabilli.org)
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