“Noi siamo quelli che hanno avuto le palle di andare via, di rischiare e di restare in un Paese che non è il nostro, che ci considera stranieri, ma che dal punto di vista del lavoro e della carriera sicuramente è pronto ad investire anche tanti soldi, perché riconosce che la nostra preparazione è nettamente superiore a quella dei loro studenti locali“: non usa mezze misure Letizia Sirtori, 32enne International Tourism Sales Manager per Washington DC, l’ente del turismo di Washington.
Una storia che parte da Milano, quella di Letizia, con una laurea in Scienze del Turismo, conseguita in soli tre anni e mezzo (contro i quattro previsti dal piano di studi). Letizia non si fa mancare un’esperienza Erasmus e un progetto Leonardo in Austria, per completare la propria formazione a livello internazionale.
Tuttavia, tutto questo non le serve, appena lascia l’ateneo: l’unico placement che l’università è in grado di offrirle la vede approdare in un’azienda milanese “dall’etica professionale inesistente“, come denuncia Letizia. Lei se ne va, disgustata, dopo una settimana, e decide di cercare lavoro da sola. Lo trova con un tour operator italiano, con il quale si trasferisce prima in Egitto, poi in Messico.
La svolta professionale arriva nel 2005, quando sceglie di iscriversi a un Master in Turismo alla Florida International University di Miami: in Florida trova ad attenderla una borsa di studio per merito, unita all’offerta di impiego come “teaching assistant” per uno dei suoi professori. Due settimane dopo la chiusura del Master arrivano nella sua casella e-mail ben cinque offerte di lavoro, od internship retribuita: Letizia viene assunta per un trimestre all’ente ufficiale per la promozione del turismo americano, prima di passare a “Destination DC”, l’ente di promozione turistica della capitale federale. “Mi hanno dato una possibilità, e l’opportunità di crescere e imparare a gestire uno staff. Mi hanno anche sponsorizzato il visto di lavoro e la green card. Ogni anno ricevo un aumento di stipendio basato sul caro vita, e su meriti legati alla mia produttività“, annota Letizia nel suo “diario americano”.
Paradossalmente, tutti i tentativi di rientro fatti verso l’Italia hanno finora prodotto solo buchi nell’acqua: nessuna risposta da Enit, o da enti turistici regionali e provinciali… e neppure dall’Expo. A cosa serve, verrebbe da chiedersi, formarsi all’estero? Acquisire competenze internazionali, in un settore globale quale quello turistico… se poi il tuo Paese di origine, già “Mecca” del turismo mondiale, non è interessato a valorizzarti?
Ospite della puntata è Claudio Albonetti, presidente di Assoturismo. Con lui commentiamo la storia di Letizia, allarghiamo lo sguardo alle opportunità per i giovani professionisti impegnati nel settore turistico in Italia, ma soprattutto cerchiamo di capire perché il Belpaese sia sceso -nel giro di soli 40 anni- dal primo al quinto posto in classifica tra le maggiori mete turistiche mondiali.
Nella rubrica “Expats” vi raccontiamo infine il progetto di un documentario sulla “fuga dei talenti” dall’Italia, che -nonostante non sia ancora uscito nelle sale- ha già attirato l’attenzione di media e investitori internazionali. Si chiama “Emergency Exit”: ne parliamo con Brunella Filì, autrice e regista del documentario.
ALERT: +++ Puntata speciale di “Giovani Talenti”: in esclusiva per i nostri ascoltatori i nuovi -clamorosi- dati sull’emigrazione dall’Italia nell’anno 2012, e il lancio di un concorso interamente riservato agli “under 30″+++
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La discussione di aprile: “Come dare un’opportunità ai giovani, favorire il ritorno in Italia dei talenti, e cambiare la classe dirigente della pubblica amministrazione? Cosa ne pensate di prevedere che dirigenti, direttori e amministratori di nuova nomina dimostrino nel curriculum almeno due anni di lavoro all’estero, quantomeno in Paesi del G20, quale condizione obbligatoria e imprescindibile?”
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Alla prossima puntata: sabato 13 aprile, dalle 13.30 alle 14 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!