Michele d’Alena, esperto di comunicazione digitale e collaboratore presso la Camera di Commercio Italiana per la Germania, ci ha spiegato in cosa consiste il suo lavoro e la sua passione, ci ha parlato dell’essere online, delle strategie web e del Cloud Working. E ci ha raccontato della nuova rubrica della Camera in collaborazione con twago: “Trovare esperti freelance”.
1- Prima di tutto le presentazioni: chi sei e di cosa ti occupi?
Sono Michele d’Alena e mi occupo di comunicazione e di processi di innovazione sociale sia in ambito pubblico che privato. Attualmente collaboro con il Comune di Bologna dove mi occupo della comunicazione digitale, coordino un laboratorio sul marketing territoriale nel web 2.0 all’Università di Bologna e curo la strategia web per la Camera di Commercio Italiana per la Germania. Poi ho una rubrica su Che Futuro e altre collaborazioni.
Fondamentalmente i processi del web 2.0, inteso strumento che abilita nuovi spazi di dialogo, partecipazione e coprogettazione, sono la mia passione!
2 – Raccontaci della tua collaborazione con la Camera di Commercio Italiana per la Germania?
A seguito del progetto Italoblog per la Camera di Commercio ItaloSlovacca, con lo stesso staff ma con alle spalle quella bella e fruttuosa esperienza, abbiamo strutturato Italia-Germania come un prodotto editoriale digitale capace di valorizzare sostanzialmente tre cose: le attività camerali, la comunità di imprese legate alla CCIG e i temi dal chiaro impatto sull’ecosistema di riferimento.
L’idea era di dare ad una delle Camere di Commercio Italiane all’estero più importanti e prestigiose, un sistema di comunicazione multipiattaforma per porre al centro le storie d’impresa e i servizi attraverso un uso strategico dei media sociali. Il presupposto di partenza è chiaro: oggi essere su web non basta più. In questo modo il web diventa piattaforma abilitante a disposizione delle attività camerali per esempio verso partnership con imprese, e la valorizzazione degli eventi della camera e dei partner. E’ necessario pensare al come e i risultati parlano da soli.
3 – Cosa comporta, per un impresa, essere presenti online?
Chi è on line vende di più: questo è un dato che deve far riflettere e da cui partire.
Ma essere on line non è solo aggiornare una pagina web: siamo nell’era dei media sociali ed è necessario un cambio organizzativo. Come dicevo, oramai non basta esserci, conta il come. Se prima avevamo un sistema di customer care one to one, ora ci troviamo delle relazioni one to many e pubbliche. Sono cambiati i tempi di reazione e l’idea di essere opachi non regge più. Le piattaforme tecnologiche sono sempre più democratiche e i brand non hanno più il controllo delle informazioni perchè tutti possono diventare produttori e diffusori di contenuti.
Forse il turismo è il settore che più di altri indica il futuro: Tripadvisor, AIRBnB e Couchsourfing, per citare i più diffusi, indicano che l’intermediazione diventa una costante non solo nella produzione delle informazioni ma anche nello scambio di prodotti. E nascono nuovi modelli di business. Questo cambio di paradigma coinvolge anche il settore B2B creando di fatto delle comunità con interessi, business e filiere comuni.
4 – Perché avete deciso di dare il via alla rubrica “Trovare esperti Freelance” in collaborazione con twago?
L’idea era di mettere a contatto una rete di imprese con una delle tendenze più evidenti del mondo del lavoro: l’obiettivo è creare una osmosi per avvicinare due mondi spesso percepiti come lontani. Di fronte alle complessità contemporanee, gli schemi interpretativi devono cambiare e andare verso una maggiore flessibilità: i freelance e i tipici modi di organizzare i progetti in team momentanei, sono un esempio di un nuovo modo di lavorare. Che poi è il mio!
5 – twago e ItaliaGermania, quali sono le somiglianze, se ci sono?
Credo che gli strumenti usati dai due progetti abbiamo una linea comune. Usare i media sociali per raccontare in modo contemporaneo sono patrimonio che tutti i prodotti editoriali devono avere. Anche ai contenuti, che possono essere diversi, alla fine indicano e valorizzano le nuove tendenze del mercato del lavoro.
6 – Un freelance è un imprenditore?
Certamente! Forse è la forma tipica di questo tempo dove il tempo indeterminato e il luogo fisso sono antitetici rispetto alle modalità di lavoro. Un freelance in fondo però è anche un po’ artigiano di se stesso, quindi forse è un po’ tornare indietro nel tempo….
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Intervista di Guglielmo Apollini, Project Manager per la Camera di Commercio Italiana per la Germania (CCIG)