Di seguito la mia nota inviata ai giornali rispetto alle accuse, politiche e personali, apparse in queste ore sulla stampa e sui social network.
Le dichiarazioni dei consiglieri Beretta e Agazzi sono la dimostrazione della gara in atto, tutta interna al Pdl, a chi fa più opposizione. Questa gara li porta a non affrontare le cose per ciò che sono e a commettere madornali sviste. Con una differenza. Beretta, seppur sbagliando, rimane nei confini del dibattito politico. A lui rispondo che, come altri, anche lui dovrebbe sapere che mi sono dimesso dall’incarico di coordinatore del Pd cremasco l’indomani dell’elezione a Presidente del consiglio comunale. L’ho fatto con una lettera datata 23 maggio, inviata ai membri del coordinamento del circondario e ai segretari dei circoli del PD cremasco. L’ho fatto proprio così come l’avevo detto. Per questo non capisco ciò di cui si sta parlando. Mi sono dimesso dall’unica carica elettiva che ho nel partito, avvenuta nel congresso del gennaio del 2010 che mi aveva riconfermato alla guida del PD cremasco. Il ruolo di organizzazione che ricopro all’interno del PD fa parte delle attività che devo svolgere in qualità di collaboratore dello stesso. E’ il mio lavoro!
Certamente non in contrasto con il ruolo di Presidente del consiglio Comunale per il quale sto lavorando penso nell’interesse di tutti, a partire dall’Istituzione stessa, e per quello vorrei essere giudicato.
Di certo provvederò ad aggiornare il sito dal quale Beretta ha tratto queste notizie, lasciandosi però sfuggire la lettera del 23 maggio scorso, sempre pubblicata nello stesso sito.
Le esternazioni di Agazzi da un lato si commentano da sole. Proprio come faceva e continua a fare lui, il mio datore di lavoro così come il suo, chiede il rimborso per le ore di assenza previste dalla legge in base alla carica che uno ricopre. A certe sue menzogne e diffamazioni non credo però sia sufficiente una dichiarazione, e per tanto valuterò se affrontare la questione per altre vie, soprattutto per tutelare la mia persona da certe accuse infamanti.
Ai Grillini, che invito alla prudenza, dico che questo tipo di caccia alle streghe porta a dimostrare che le streghe non esistono. Entrando nel merito, il partito, che è il mio datore di lavoro, non solo rispetta le leggi ma si avvale del diritto di ogni datore di lavoro, che è quello di essere rimborsato per le ore che il proprio dipendente sottrae al lavoro per adempiere all’incarico pubblico.
Tutto ciò è previsto dal DLGS 267/2000, che è stato modificato nel 2010. Come avevo già spiegato percepisco metà indennità prevista, proprio come faceva Agazzi, che per quanto mi riguarda è di 651,50 euro lordi mensili.
Nello specifico l’art. 79 al comma 3 prevede che sia consentita l’assenza dal proprio lavoro per partecipare a Commissioni consiliari (formalmente costituite, per legge) o conferenze capigruppo.
L’art. 79 al comma 4 indica che i Presidenti di CC oltre i 30.000 abitanti possono assentarsi, dal proprio lavoro, per un massimo di 48 ore al mese (in aggiunta al punto precedente).
Il comma 5 dice che l’amministratore (compreso il Presidente del CC) ha diritto ad ulteriori 24 ore mensili NON RETRIBUITE di assenza dal proprio posto di lavoro per espletamento carica.
L’art. 80 indica che le 48 ore mensili sopra richiamate (oltre alle assenze dell’art. 79 comma 3) sono rimborsate dal Comune al datore di lavoro.
Se il rispetto della legge viene considerata “una cattiva abitudine” lo apprendo dalle dichiarazioni dei grillini.
Un’ultima considerazione. Se questi sono i primi fuochi di campagna elettorale, o il nuovo modo di far politica, allora capisco chi dalla politica si allontana.
Mi auguro si abbia il pudore di fermarsi un minuto prima.
Matteo Piloni
(nota pubblicata sulla sua pagina Facebook)