Hanno sempre un sorriso cordiale scolpito sulle labbra, indossano un’uniforme dal taglio marziale e i colori graziosi, sono servizievoli, pazienti e non si scompongono neanche quando l’aereo sta precipitando con i motori in fiamme. Sono gli assistenti di volo e molti giovani viaggiatori sognano di seguire le loro orme e ottenere un lavoro che consenta di viaggiare in continuazione per il mondo.
Come per tutte le aspirazioni, però, anche questa rischia di rivelarsi una chimera se non è affrontata con la dovuta consapevolezza.
Innanzitutto i requisiti per lavorare come assistente di volo sono molteplici. Occorre avere modi garbati per essere in grado di trasmettere sempre serenità e cortesia ai passeggeri, soprattutto a quelli come me terrorizzati dall’idea di volare.
Secondo la guida sintetica preparata per l’occorrenza da Skyscanner, i requisiti fisici per le nuove leve solitamente comprendono bella presenza, età compresa tra i venti e i trent’anni e altezza tra un metro e 65 e un metro e 85 centimetri.
Per quanto riguarda l’istruzione, è richiesto almeno il diploma. Anche le lingue naturalmente sono un aspetto importante: è necessario avere buona padronanza della lingua locale – nel nostro caso l’italiano – e di almeno una lingua straniera, solitamente l’inglese. Occorre essere disponibili ai trasferimenti e spesso le compagnie aeree richiedono che il candidato sia automunito. Ancor meno confortante è il fatto che si debba essere dei buoni nuotatori…
E se avrete la fortuna di essere selezionati da compagnia aerea, ricordatevi che siete solo all’inizio di un lungo percorso. Prima di cominciare a prestare servizio dovrete superare un corso di formazione molto severo, il cui costo sarà a carico dell’azienda oppure vostro, a seconda della compagnia aerea. Superato anche il corso, comincerà il periodo di prova, soggetto a condizioni molto variabili secondo il contratto previsto dal vostro datore di lavoro.
Oltre al corso, anche il costo della divisa, dei pasti, di eventuali trasferimenti e alloggi per motivi di lavoro sono questioni soggette alle politiche aziendali. Insomma, la qualità del lavoro come assistente di volo dipende in gran parte dalla compagnia aerea per cui si lavora e dalla propria base lavorativa. Per capirne di più ho svolto una breve ricerca riguardo a una delle compagnie aeree più citate in rete: Ryan Air.
Uno dei maggiori detrattori di questa compagnia aerea si chiama John Foley, autore di un blog che da anni si accanisce contro le politiche che l’azienda adotta nei confronti dei neoassunti. Non è un lobbista, o un sindacalista, o un passeggero scontento… è semplicemente il padre di una ragazza che dopo un costoso corso di formazione si è ritrovata senza lavoro e senza soldi.
“Per essere assunti da Ryanair, il personale di volo passa attraverso un labirinto di agenzie di cui non sono pienamente consapevoli. (…) Il personale in prova ha in media due giorni di fermo non retribuito alla settimana. Nella maggior parte dei casi lavorano almeno 3 ore per ogni turno senza essere pagati. (…) Il personale in prova viene pagato solo a partire dal momento in cui l’aereo è in volo, gli vengono trattenuti 30 euro al mese per l’uniforme e non ha diritto a pasti né bevande sull’aereo.”
Un mese fa il Guardian aveva parlato proprio di questa situazione, sottolineando come spesso gli assistenti di volo, dopo aver sostenuto i costi di corso e uniformi ed essere passati per il duro anno di prova, vengano licenziati, costretti alle dimissioni o trasferiti.
Resta il fatto che i pareri e le esperienze registrate da dipendenti ed ex dipendenti della compagnia irlandese sono discordanti e molto vari. In molti, infatti, rimangono persuasi che la compagnia low-cost offra una buona occasione di lavoro a molti giovani e che, se si vuole, tale esperienza può poi essere sfruttata per avanzare nella professione tramite altre compagnie.
Dal momento che una mia cara amica lavora come assistente di volo per un’altra compagna low-cost, ho voluto sentire anche il suo parere.
“Lavoro per Easyjet da 3 anni e mezzo. Il corso è durato poco più di tre settimane a Luton, tutto pagato da loro, naturalmente… Gli insegnanti cercano di rendere il corso leggero, e sono sempre disposti ad aiutare chi dovesse avere bisogno. Diciamo che essendo io completamente nuova al settore, non è stato proprio semplice, ma fattibile.”
Ha aggiunto che nei primi tempi lo stipendio si aggira intorno a 1500 euro al mese. Le difficoltà non mancano, soprattutto sfide di pazienza nel caso di passeggeri particolarmente esigenti, ma in genere il suo è un giudizio positivo.
“Non credo sia un lavoro difficile, ma farlo bene, come tutti i lavori, è già più complicato. Sono felice ma non troppo… Ci sono giorni che odio il mio lavoro, a volte mi manca fare qualcosa di più stimolante, ma questo è ciò che ho, quindi gli stimoli li cerco fuori…”
Chi volesse inseguire il sogno di fare il custode dei cieli non dovrebbe scoraggiarsi, ma deve essere consapevole e determinato. Come per ogni viaggio: sperare per il meglio e prepararsi al peggio.
Flavio Alagia
Dopo una laurea in giornalismo a Verona, mi sono messo lo zaino sulle spalle e non mi sono più fermato. Sei mesi a Londra, un anno in India, e poi il Brasile, il Sudafrica… non c’è un posto al mondo dove non andrei, e non credo sia poco dal momento che odio volare. L’aereo? Fatemi portare un paracadute e poi ne riparliamo.
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