Noi dell’Isola dei cassintegrati li abbiamo seguiti quando sono andati Mostra del Cinema di Roma, mesi fa, per sfilare il proprio malcontento assieme ad altri lavoratori provenienti da tutta Italia. E quando una loro delegazione è riuscita ad organizzare (senza l’aiuto del Sindacato) un incontro con il Ministro del Lavoro Elsa Fornero, eravamo lì per raccontarvelo.
Così, mentre i grandi giornali nazionali pubblicavano articoli-fotocopia tratti dai comunicati aziendali [1, 2], con informazioni infondate (si diceva che i 632 lavoratori erano in cassa integrazione, ma in realtà la richiesta di Cigs presentata dalla società non è stata ancora presa in esame dal Ministero del Lavoro), noi parlavamo dell’indagine iniziata dall’Ispettorato del Lavoro. Con il diario di protesta dal presidio dei lavoratori.
Se avete letto le notizie linkate sopra (vi consigliamo di farlo), avrete un’idea di cosa stiamo parlando: una vertenza che coinvolge 632 famiglie della capitale, piena di lati oscuri, in cui la società la fa da padrona. E come potrebbe essere diversamente, con un Sindacato assente o addirittura accondiscendente con l’azienda? Sì, perché mentre i sindacati avrebbero preferito firmare un accordo favorevole alla società e chiuderla lì, i lavoratori denunciano l’ingiustizia di fondo di questa storia: siamo davanti a un caso di delocalizzazione bello e buono, le ragioni economiche o produttive non c’entrano nulla. “Ci mandano a casa per aprire un call center al sud e intascarsi i finanziamenti pubblici della Regione Calabria”, tagliano corto i lavoratori.
Gli ispettori del lavoro si sono recati diverse volte nella sede della società, ma hanno annunciato che saranno necessari diversi incontri con azienda e sindacati. “L’indagine potrebbe finire a inizio estate”, ci riferisce una lavoratrice. L’unica novità è che l’azienda sta contattando in ordine alfabetico i 632 lavoratori sospesi (non ancora cassintegrati, è bene ricordarlo), per comunicare loro le date di un corso di 12 giorni che si terrà all’Università di Tor Vergata. Un corso di riqualificazione professionale del quale non si conoscono le finalità. “Noi siamo sempre più soli, i sindacati sono spariti”.
E c’è anche chi dalla propria bacheca Facebook ha lanciato un appello ironico:
“Cercasi presidio sindacale confederati o Cobas per 632 cassaintegrati soli e abbandonati. Si richiede capacità di ascolto, compassione, preparazione e volontà di aiutare persone che si sentono smarrite e abbandonate e che vogliono solo lavorare. Potete scrivere sulla mia bacheca a qualsiasi ora anche ore pasti. Astenersi i perditempo.”
Facciamo eco al loro appello. Sindacato, dove sei?
di Marco Nurra | @marconurra
Illustrazioni di Manuel De Carli