E sta proprio questo il punto al quale viene chiamata l'Europa, il cambio della sua politica economica. Fino ad oggi le risorse sono state sempre finalizzate per realizzare gli obiettivi del fiscal compact. Cambiare il senso dell'utilizzo delle risorse ed indirizzarle verso l'avvio della crescita è un'idea importante, positiva.
Serve cambiare il controsenso che ha dominato in questi ultimi anni in Europa dove si diceva, a parole, che bisognava rilanciare gli investimenti mentre, nei fatti, quegli investimenti venivano tagliati.
Chiedere che la Banca europea degli Investimenti (Bei) debba essere coinvolta nel contrasto alla disoccupazione, in particolare giovanile, attraverso un sostegno alle Piccole e medie imprese mirato alle assunzioni è diventato indispensabile.
Occorre che a livello europeo, livello sempre più centrale per la risoluzione della crisi, si cerchino le risorse per il rilancio degli investimenti dei consumi, puntando in sostanza al rilancio della domanda creando nuovi posti di lavoro. Quindi è indispensabile che siano insieme i ministri del lavoro e i ministri delle finanze ad individuare le chiavi giuste per far uscire l'Europa da questa drammatica crisi lontana dall'essersi esaurita. Senza una svolta nella politica economica europea si perderanno ancora posti di lavoro, si chiuderanno ancora delle imprese.
E quindi al centro di questa svolta, di queste politiche, ci deve essere il tema del lavoro.