Glia automatismi o comportamenti automatizzati sono solo una delle tante, possibili, meraviglie della mente pensante. Quando al cervello arriva la proposta di una nuova competenza, ritenuta di valenza positiva per il soggetto interessato, gli apparati mentali si attivano e coordinano i meccanismi dell’apprendimento quali ad esempio: attenzione, interesse, volontà e memoria al fine di promuovere l’installazione della neo abilità la quale, non solo viene appresa e divenendo progressivamente sempre più familiare alla psiche stessa,
ma soprattutto tenderà ad essere automatizzata affinchè l’attivazione ed esecuzione della stessa diventi sempre più veloce tanto che, da un certo punto in poi, si sgancia dalla decisione volontaria cosciente della persona per attivarsi spontaneamente di fronte agli stimoli pertinenti. Chi è veterano della guida sa benissimo che non deve ogni volta decidere di fermarsi al semaforo rosso, poiché il piede agisce come in automatico, cioè come fosse governato da una intelligenza compressa che risulta molto più rapida del processo di pensiero che la sottende. Detto fenomeno è ciò che viene definito comportamento automatico o condizionato. La maggior parte dei comportamenti routinari sono comportamenti condizionati. Grazie a questa automatizzazione naturale, che velocizza e semplifica gran parte del lavoro mentale, quindi di un gran numero di prestazioni quotidiane, la persona si può permettere di gestire diverse cose contemporaneamente riducendo il tempo mentale a disposizione e la spigliatezza d’esecuzione.
Il livello di produttività individuale è strettamente collegato alla rapidità di esecuzione delle proprie competenze. Nel mondo del lavoro il fenomeno in esame fa la differenza di prestazione, rendimento e considerazione dei lavoratori stessi. Il dipendente sicuro di se, veloce, preciso e spigliato è generalmente considerato un soggetto capace e indispensabile nella azienda. Purtroppo, però, tutto quanto detto non riguarda soltanto i comportamenti sani ed opportuni, ma si realizza allo stesso modo anche per quella miriade di comportamenti che vanno a documentare le tante azioni vergognose, scorrette e negative, sul posto di lavoro, collezionate in questa nostra epoca. Come detto gli automatismi comportamentali sono possibili grazie alla valenza emotiva conferita, alla prestazione ambita, di volta in volta dal soggetto interessato; in altre parole si tende ad apprendere ed automatizzare quelle azioni che si reputa producano il buono e vantaggioso soggettivo. Un documento triste e importante, relativo alla piaga della disonestà automatizzata ci viene offerto da una pagina di vita di un giovane ingegnere programmatore.
Neolaureato e alla ricerca di lavoro, viene convocato per una prova da un grosso centro di programmazione ed assistenza per grandi imprese. Condotto in un ambiente ampio, con numerosi terminali e relativi operatori è invitato a prendere posto dietro ad uno di essi per seguire le istruzioni circa il lavoro da organizzare relativamente alle esigenze di un cliente importante. Il giovane si siede, ascolta il relatore, prendere appunti, ma quasi immediatamente viene colpito da un fenomeno che non capisce e non riesce a spiegarsi: due postazioni sulla sua destra nota l’operatore che compie uno strano movimento con il maws, lo spinge rapidamente in avanti come se lo dovesse lanciare, l’ingegnere è perplesso, non riesce a capire e d’istinto si guarda intorno e nota che altri lo fanno! Continua a non capire ed a guardarsi intorno e ne conta otto che fanno la stessa strana cosa … stavano giocando a bowling! Non curanti di chi li guardava e di quello che il relatore stava dicendo. Probabilmente si trattava di comportamento di routine automatizzato e attivato dallo stimolo pertinente che in questo caso era “seduti davanti al terminale”.