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Lavoro, il modello tedesco

Creato il 14 gennaio 2012 da Cortese_m @cortese_m

Lavoro, il modello tedesco Continuiamo il viaggio esplorativo nel mondo del lavoro di altri Paesi, vediamo in sintesi cosa sta accadendo in Germania che – in controtendenza ad altri Paesi europei, in particolare al nostro - ha fatto della flessibilità il proprio “grimaldello” per uscire dagli anni più bui della crisi, dal 2008 ad oggi.
Nell’anno passato la Germania – locomotiva d’Europa come viene comunemente definita – ha visto un incremento di quasi 550mila nuovi occupati, con una tasso di disoccupazione del 6,6%, il più basso mai rilevato dal 1990.
E non è finita, per l’anno appena cominciato, si prevede un nuovo incremento occupazionale stimato ben oltre le 200mila unità.
La situazione è inversamente proporzionale a quella che si sta verificando da noi, dove la cassa integrazione ormai da almeno due anni è diventata organica alla vita produttiva del Paese, e solo dove unità produttive sussistono ancora, perché decine d’insediamenti piccoli-medi-grandi hanno chiuso i battenti senza possibilità alcuna di poter essere riconvertiti o riaperti.
Migliaia di posti di lavoro persi che non si recupereranno mai più!
Le ragioni di successo del modello tedesco – senza dubbio da considerare vincente – a sentire gli esperti si annidano in 3 motivi principali: il primo è l’atteggiamento di grande responsabilità tenuto dal Sindacato tedesco che negli anni più difficili ha adottato una politica di contenimento delle richieste salariali, il secondo sta nella forte specializzazione dei lavoratori, ed il terzo nella forte flessibilizzazione del mercato del lavoro.
Un bel mix che, unito alle varie misure di sostegno da parte del Governo, ha permesso non solo di non soffrire della crisi come gli altri Paesi ma addirittura di trarre beneficio in termini occupazionali stante la maggiore portata di esportazioni avute laddove altri Paesi, più in crisi, hanno segnato il passo lasciando quote di mercato vacanti.
Quando esiste una vera comunione d’intenti – tra imprese, sindacati, lavoratori, istituzioni – le soluzioni per uscire dalle difficoltà si trovano, perché in Italia ciò non è possibile?
nanni

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