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Lavoro nero al Migliaro, domande ancora aperte e avvocato in azione. Vittima, uno degli indebitati con Aem, senz’acqua in casa

Creato il 18 luglio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Nella foto: ah, fosse solo divertimento il Migliaro!

P. B. è un signore sui quarant’anni che non s’è rassegnato e ha lavorato e cercato lavoro finché ha potuto, con la massima disponibilità, imbattendosi però in guai di cui non può aver colpa, e che sta pagando di persona. Diplomato all’Itis, s’è dato da fare in tutti i modi che gli sono stati possibili: installatore di pannelli fotovoltaici, operaio in un’officina di ricambi auto, antennista. Il precariato e le bollette Aem non hanno perdonato neanche lui: sfratto esecutivo nel 2011, distacco delle utenze. Un’odissea: ospitalità in casa di amici, ma anche prestiti fra amici, per piccole somme. L’assessore Luigi Amore è intervenuto personalmente per fargli ottenere una rateizzazione del debito verso l’Aem, che inizialmente non aveva nemmeno accettato.
“Eppure io mi sono presentato all’azienda con la precisa volontà di pagare!”. Perché Aem riesca in questi piccoli capolavori non lo capiamo. Dobbiamo sempre fare uno sforzo per entrare in quel tipo di mentalità, per quanto diffuso nelle aziende prive di mission sociale.
Anche il nostro P. B. ha cercato di lasciare Aem e di accendere contratti con Enel e Padania Acque, ma nulla da fare: “Padania Acque deve ancora passare per Aem quindi sono con Aem” ci riferisce.
La Cremona politica dal ’94 a oggi è riuscita nella particolare impresa di non decidere nulla: il gestore unico del servizio idrico integrato in provincia non c’è! Le sette aziende locali hanno detto no a tutti i progetti. Tra i tanti, anche il nostro amico ne paga le conseguenze.
Per lui, residente in una casa Aler di Borgo Loreto, si era accesa una luce in occasione dei lavori all’aeroporto del Migliaro, per la costruzione di un locale, il Masquenada. Lo stesso assessore Claudio Demicheli si è interessato personalmente, pare per un intervento di mediazione. È noto che l’amministrazione provinciale ha cercato di vendere l’aeroporto di sua proprietà, mentre il Comune di Cremona si è sempre detto contrario.
Quel che non ci piace è che P. B. Ha lavorato “sotto il sole e la pioggia, anche di domenica, ma non sono stato pagato. La cooperativa Idealavoro non mi ha riconosciuto come proprio dipendente. Io però ero al Migliaro e in diversi mi hanno visto lavorare, come imbianchino, muratore, carpentiere…”.
Denuncia all’ispettorato del lavoro, richiesta di intervento a un avvocato della Cisl. Idealavoro ha pagato i contributi ma non ha corrisposto lo stipendio, che secondo la stima è 2.900 euro lordi.
Nessun contratto ha firmato il nostro amico: ha lavorato avvisando subito che si sarebbe rivolto all’ispettorato del lavoro in caso di problemi.
Ed è proprio quello che è successo.
P. B. è stato pronto anche a fare il barman la sera: e per questo è stato pagato.
L’intervento dell’assessore Demicheli era finalizzato a ridurre i costi della costruzione del locale. Qualcosa è andato però storto, coinvolgendo proprio una vittima dell’Aem e di quel teleriscaldamento che applicato alle case popolari è una piaga sociale.
Ora P. B. ha ancora un debito da pagare all’Aem: una parte è in cambiali senza interessi.
520 euro in tutto, di cui 200 subito, già versati con l’aiuto della San Vincenzo (100 il contributo), e gli altri in due cambiali da 120 euro l’una, con scadenze il 23 agosto la prima e settembre per la seconda.
E in casa: “Non ho le utenze: al posto della luce mi arrangio con due pile, per l’igiene uso l’acqua della fontanella. Per fare la doccia mi ospita un amico”.
E dire che P. B. è stato caporeparto a Mediaworld e a Marcopolo, e ha fatto di tutto.
“L’acqua dovrebbe essere gratis. Piove, la manda il cielo, invece…”. Invece ci guardiamo in faccia amareggiati. Penso come sia possibile tutto questo. Che città sia Cremona che permette queste disavventure, queste ingiustizie senza senso, contro i più deboli e in una crisi di redistribuzione della ricchezza e di dominio della speculazione e della finanza. Vittime quindi defraudate di diritti.
Come hanno fatto il Comune, la stessa Aem, l’Aler a insistere sul teleriscaldamento fino al dramma sociale? A non immaginare questi problemi già anni fa? Dov’è la lungimiranza, dov’è il senso della giustizia? E adesso lorsignori architetteranno una soluzione? Contano qualcosa i diritti umani a Cremona? Finirà una buona volta questa colossale presa in giro?


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