Lavoro, non basta cambiare le regole

Creato il 05 settembre 2012 da Fabio1983
L’Istat ha quantificato i lavoratori precari in circa 2,5 milioni di persone. Il tasso di disoccupazione si attesta al 10,5% nel secondo trimestre del 2012 mentre quella giovanile risulta al 33,9% nello stesso periodo dell'anno. “Incentivare l’occupazione a costo zero è una mera illusione”, afferma convintamente Maurizio Del Conte, professore di Diritto del lavoro all’Università Bocconi di Milano. “Oggi – spiega il professore a T-Mag – ragionare sui dati e metterli a confronto con la riforma del ministro Fornero è ancora prematuro. Tuttavia pensare che si possa invertire la rotta introducendo nuove regole all’interno del mercato del lavoro è altrettanto fuorviante, soprattutto per ciò che riguarda la disoccupazione giovanile. Nella riforma mancano risorse per i giovani, come sgravi contributivi mirati. Non è un caso se i giovani risentono maggiormente della crisi: non avendo stabilità è più facile dismettere i contratti quando vi è una contrazione della produzione. Per recuperare terreno in questo senso è necessario che si creino condizioni vantaggiose per le imprese. Questo deve essere un tema imprescindibile”. Talmente è difficile trovare un impiego che molti giovani neppure ci provano, sottolinea l’Ilo (l’Organizzazione internazionale per il lavoro). “Incentivare l’occupazione a costo zero – ribadisce dunque Del Conte – si può fare quando c’è una forte domanda potenziale, che al momento è assente”. Una proposta? “Una soluzione potrebbe essere applicare un’aliquota secca contributiva al 10% per i giovani. La misura avrebbe dei costi nell’immediato, ma può ripagarsi nell’arco di due anni contrastando il lavoro nero. Tra il 2009 e il 2011 sono ‘scomparsi’ 200 mila giovani contribuenti provocando un’ingente perdita fiscale. Molti di questi hanno senz’altro perso il posto di lavoro, altri lavorano in nero”.
(continua su T-Mag)

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