Si terrà un incontro il 27 febbraio 2015 alle 17.30 presso l'auditorium delle Acli sul tema del 'Welfare aziendale, opportunità per un nuovo patto tra aziende e lavoratori'.
L'appuntamento è promosso dalle Acli cremonesi e dalla diocesi di Cremona con il supporto del gruppo di studio per l'economia civile 'campo di fragole' e dall'associazione Partecipolis, la stessa che, da gruppo civico, ha lanciato Gianluca Galimberti, oggi sindaco di Cremona. Partecipolis sviluppa sul piano dell'impegno civico il suo progetto. Venerdì 27 nell'auditorium Acli interverrà il professor Luigino Bruni, docente di storia del pensiero economico presso l'Università Lumsa di Roma ed editorialista del quotidiano 'Avvenire'.
Come sostiene il comunicato della diocesi e delle Acli, il prof. Bruni potrà dare un utile contributo per riaffermare la necessità di un cambio di prospettiva nelle dinamiche di relazione sui luoghi di lavoro, riscoprendo nel contempo anche il lavoro come elemento fondativo della società italiana cosi come è stato enunciato nella nostra Costituzione.
Solo sviluppando nuovi modelli di relazioni è possibile raggiungere una autentica corresponsabilizzazione tra i lavoratori e datori di lavoro. In questo senso il welfare aziendale può svolgere un ruolo determinante per creare nei contesti aziendali una autentica comunità umana e sociale. Riteniamo infatti che questo approccio sia una autentica risposta all'attuale crisi, non solo occupazionale, ma anche civile e morale, che contraddistingue il presente momento storico. Inoltre si pone come valida alternativa alla prassi della monetizzazione dei rapporti lavorativi che pone le basi di una conflittualità permanente nei luoghi di lavoro.
Le Acli auspicano che questo momento d'incontro, che vede la presenza sul territorio cremonese di un personaggio di rilievo quale il professor Bruni, possa dar vita ad una riflessione con gli interlocutori del territorio cremonese, in primis le categorie produttive e i rappresentati del mondo del lavoro, nonché i rappresentati delle istituzioni cremonesi.
Auspichiamo che dopo l'intervento del professor Bruni vi possa essere un momento di confronto con le realtà del territorio cremonese, tramite intervento dei suoi rappresentanti dei vari ambiti, in modo che possano emergere anche le esigenze e le eventuali peculiarità del territorio.
L'incontro si pone l'obbiettivo di porre spunti di riflessione che coinvolgano i soggetti della società civile cremonese, sull'odierna situazione economica e sui drammatici effetti a livello occupazionale, che si riflettono, purtroppo, anche sul nostro territorio.
Ecco allora la ripresa in questa prospettiva della lunga storia del lavorare degli uomini e delle donne, fino al rapido tramonto delle forme del lavoro contadino e poi di quello della fabbrica, dove si erano condensati secoli, se non millenni, di storia di arti e mestieri, di professioni e abilità. Un tramonto dopo il quale non si intravede ancora con chiarezza quale sarà il futuro delle nuove forme di produzione di beni e servizi: se una modalità più umana e umanizzante o invece il ritorno di una dipendenza quasi servile, una sorta di neo-feudalesimo. E poi, l'attenzione alle realtà giovanili, schiacciate tra la fine dei mestieri e la chiusura dei mercati, eppure miniere di speranza che la scuola e la formazione possono ancora far fiorire. E infine, la rilettura sotto una nuova luce delle 'parole' del lavoro: a cominciare da charis, 'gratuità', passando per oikonomia, la vera 'economia', cioè il bene comune domestico, per arrivare a ' festa', la dimensione autentica del lavoro come lo intende Bruni, vale a dire la produzione all'interno della dimensione relazionale e simbolica, della fraternità e del dono reciproco.Ecco allora la ripresa in questa prospettiva della lunga storia del lavorare degli uomini e delle donne, fino al rapido tramonto delle forme del lavoro contadino e poi di quello della fabbrica, dove si erano condensati secoli, se non millenni, di storia di arti e mestieri, di professioni e abilità. Un tramonto dopo il quale non si intravede ancora con chiarezza quale sarà il futuro delle nuove forme di produzione di beni e servizi: se una modalità più umana e umanizzante o invece il ritorno di una dipendenza quasi servile, una sorta di neo-feudalesimo. E poi, l'attenzione alle realtà giovanili, schiacciate tra la fine dei mestieri e la chiusura dei mercati, eppure miniere di speranza che la scuola e la formazione possono ancora far fiorire. E infine, la rilettura sotto una nuova luce delle 'parole' del lavoro: a cominciare da charis, 'gratuità', passando per oikonomia, la vera 'economia', cioè il bene comune domestico, per arrivare a ' festa', la dimensione autentica del lavoro come lo intende Bruni, vale a dire la produzione all'interno della dimensione relazionale e simbolica, della fraternità e del dono reciproco.
Partendo dall'analisi dei principi ispiratori della nostra costituzione si esploreranno i temi del lavoro mettendo al centro la valenza fondativa del lavoro nella vita umana.
Si cercherà di riflettere su come Di lavoro oggi si discute molto, principalmente riguardo alla sua profondissima crisi e alle scelte politiche che dovranno sanarne le drammatiche emergenze. Ma il lavoro non ha soltanto a che fare con la produzione di ricchezza e benessere materiale: esso 'fonda' la Repubblica italiana, come recita l'articolo 1 della nostra Costituzione, e soprattutto fonda tutti noi, che siamo veramente cittadini perché lavoriamo, lavoreremo, abbiamo lavorato (o perché non possiamo lavorare pur volendolo fare). Spesso, in questo parlar molto del lavoro, ci si sofferma troppo, se non esclusivamente, sui suoi aggettivi - precario, dipendente, autonomo, nero... - mentre viene elusa la domanda decisiva: che cosa è il lavoro? Su questo riflette qui Luigino Bruni, esplorando i temi del lavoro non sotto forma di un trattato sistematico, bensì con felici escursioni tra la vita e la teoria, senza mai perdere di vista la valenza fondativa del lavoro nella vita umana.interconnettendo tutte le realtà, dalle istituzioni, alle associazioni, al privato sociale fino al singolo cittadino, il lavoro puo' tornare ad essere un elemento di coesione sociale e parte attiva di un nuovo welfare, che nasca dal territorio insieme alle istituzioni oltre che dalle istituzioni.