Il 5 Aprile è ricorso l’11° anniversario di questo grande artista, che ha riempito e dato un senso insieme a band come i Pearl Jam, alla scena di Seattle dal punto di vista qualitativo. Eclettico e introverso, da molti descritto come un ragazzo fragile, Staley è stato considerato come uno dei migliori cantanti rock di tutti i tempi secondo varie riviste. La sua voce unica, si fondeva alla perfezione nei duetti con Jerry Cantrell, erano il marchio di fabbrica della sua band principale, gli Alice in Chains.
E Layne se ne è andato, in un modo che se vogliamo è stato stupido, ucciso da uno speedball. Non lo giustifico, però il colpo di grazia alla sua instabilità emotiva, è arrivato con la morte della sua ragazza, uccisa da un’endocardite batterica sempre causata dall’abuso di droghe.
Ma io voglio ricordare il Layne musicista, quello che ci ha lasciato uno dei migliori Unplugged di Mtv insieme agli Alice in Chains, seduto sullo sgabello, nascosto dagli occhiali, visibilmente imbarazzato e timido.
Un altro progetto che va ricordato, di cui faceva parte Staley, era la band Mad Season, insieme a Mike McCready dei Pearl Jam e con la partecipazione di Mark Lanegan degli Screaming Trees. Uscì un unico e indimenticabile album, con le illustrazioni dello stesso Staley per la copertina e il booklet. Il progetto purtroppo si arrestò per i problemi di Layne e dalla morte del bassista.
Scegliere un brano rappresentativo per questo post non è stato facile. Alla fine ho scelto un brano del loro primo album, Facelift, spesso dimenticato rispetto al più famoso Dirt.
We Die Young…