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Lazzaretto, la porta della Morte

Creato il 24 febbraio 2014 da Alessioscalas

Esistono parole che hanno rispecchiato il disgusto e l’orrore di milioni di persone dal preciso momento in cui sono state create…..ci sono parole che viaggiano di pari passo con la morte…..Lazzaretto e Morte come una sola cosa…..

Lazzaretto, la porta della Morte

Esistono parole che hanno rispecchiato il disgusto e l’orrore di milioni di persone dal preciso momento in cui sono state create…..ci sono parole che viaggiano di pari passo con la morte…..Lazzaretto e Morte come una sola cosa…..

Lazzaretto e Morte come condizione inequivocabile di un destino deciso dal caso fin dalla propria nascita.
Eppure sembra strano,ma avere un Lazzaretto era sinonimo di prestigio e serietà per la città che lo ospitava…e Cagliari, con la sua posizione particolare, non poteva certo permettersi di non possederne uno.

Edificato, fuori dalle mura della città di Cagliari, nel 1600 circa per fronteggiare quegli “Ignobili e pestilenziali rigonfiamenti della pelle detti BUBBONI” ( come li descrisse il Boccaccio nel Decameron) vide la morte di migliaia di persone.
Chiunque arrivasse con una qualunque intenzione, a Cagliari, via mare, era obbligato a passare la cosidetta QUARANTENA dentro il Lazzaretto,e, spesso e volentieri, anche chi era sano finiva per prendersi qualcosa semplicemente rimanendo a contatto con quelle mura malsane…..fino a non poterne uscire mai più….se non in posizione orizzontale.
Ma molto spesso la peste e le malattie non guardano in faccia nessuno….ricchi, poveri ,mendicanti e commercianti,tutti con  tre cose in comune…la malattia,il Lazzaretto,la morte.

Avere un buon fisico ed una buona resistenza era tutto ciò che una persona poteva sperare di avere per uscirne fuori…..la preghiera era l’unica consolazione per delle anime perdute…… eppure una differenza esisteva….. l’indignante paura dei ricchi a mischiarsi con dei “MALATI COMUNI”.
Fu così che il Lazzaretto di Cagliari venne ampliato con l’ edificazione di un piano rialzato appositamente progettato per ospitare i malati più illustri e facoltosi che potevano godere di un trattamento diverso e privilegiato rispetto agli altri.
L’aspetto di un enorme fortino della sofferenza spiazzava chiunque lo vedesse…. l’ idea di entrarci, anche solo come medici, non era assolutamente ben accetta.

Lazzaretto, la porta della Morte
I cadaveri dei morti avevano molteplici trattamenti a seconda dell’importanza ricoperta in società…. per i più poveri e per la gente comune pare che ci fosse il mare….. lì venivano gettati e le correnti marine li trasportavano fino ad arenarli nella grotta dei Colombi….. bruciarli era impensabile… si credeva che così facendo il fumo sprigionato potesse essere causa di un’ulteriore diffusione della malattia.
Una fossa comune era collocata appena dietro il Lazzaretto (per chi poteva permettersela?)…. ed alcune tombe di personaggi privati sono state rinvenute durante i recenti lavori di restauro.
Le ultime informazioni raccolte ci dicono che nel corso dei secoli il Lazzaretto subì vari cambiamenti….. l’utilizzo a scopo di “emarginazione” continuò per preservare la città dal Tifo e negli anni tra il 1928 e il 1930 ospitò dei bambini malati di scrofolosi…. e proprio l’entità di un bambino, vista aggirarsi nel Lazzaretto, sarà fonte di una mia futura indagine in compagnia dello staff di CONTUSU e del caro amico Marcello Polastri…..presto nuovi sviluppi…..
Tra il 1940 ed il 1960, il Lazzaretto ebbe la funzione di rifugio ed abitazione fino a divenire uno spettro dal 1965 sino alla prima metà degli anni ’90.
Nel 1998, un accurato restauro ha riprosto il Lazzaretto in veste di museo e centro culturale nel quale rassegne e congressi si susseguono a ritmi costanti…. ma il lato storico e la sofferenza rimangono perpetui nei muri di questa struttura.

Antonio Maria Dettori


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