L'embargo, infatti, sta contribuendo in maniera sempre più pesante a rallentare la marcia della squadra mediorientale verso Brasile2014.
Praticamente impossibile giocare amichevoli (molte squadre si rifiutano di andare a giocare a Teheran), praticamente impossibile reperire fondi per organizzare le trasferte: basti pensare che da giugno 2013 (dal momento della qualificazione) l'Iran ha giocato tre partite valide per le qualificazioni alla Coppa delle nazioni asiatiche contro Thailandia (2) e Libano e una amichevole contro la Guinea: non esattamente il tipo di avversari adatti a preparare la rassegna iridata.
Per intenderci, la Corea del Sud (proveniente dalla stessa federazione) ha giocato 13 partite.
A questo, bisogna aggiungere un girone particolarmente difficile (Argentina, Nigeria e Bosnia) e una rosa che deve fare i conti con la mancanza di esperienza internazionale anche a livello di club: questo ultimo elemento in passato era stato fiore all'occhiello della nazionale asiatica, un tempo esportatrice di talenti di livello mondiale.Alì Daei, Bagheri, Azizi, Karimi, Mahdavikia, Hashmian, Rezaei giocarono nei campionati più importanti (Bundesliga, Premier, Serie A)e furono i trascinatori di un movimento che, dopo un iniziale ed entusiasta approccio sociale, sta vivendo una grande tensione, sempre diviso tra tradizione e modernità: due concetti che attraversano la società iraniana in maniera totalizzante.In porta c'è Davari (uno dei pochi elementi a giocare all'estero, Eintracht Braunschweig) a comandare un reparto difensivo a 4 dove l'elemento di spicco è il capitano del Persepolis, Hosseini.
Dalla cintola in su, gli iraniani possono vantare talentuosi elementi quali Nekounam (ex Osasuna, ora in Kuwait, capitano oramai trentatrenne) e Dejegah di cui parlerò in seguito.Il reparto offensivo si appoggia a Ghoochannejhad (doppia nazionalità olandese-iraniana) impegnato alla ricerca della salvezza nella Championship inglese con il Charlton: Gucci (soprannome affibiatogli dai tifosi inglesi) è stato il protagonista delle qualificazioni e in nazionale ha un curriculum di tutto rispetto: sette goal nelle ultime sette partite disputate, per un totale di 9 goal in undici presenze.
La stella – Ashkan Dejagah
Diviso tra Germania e Iran. Doppia nazionalità e trafila delle giovanili tedesche. Una Bundesliga e un campionato europeo U21 in bacheca, adesso stella di prima grandezza della nazionale iraniana.
Attaccante esterno ma in grado di giocare come punta centrale, Dejagah pare essere l'uomo giusto al momento giusto, sia per la sua nazionale, sia per il suo club (il Fulham).
Dotato di un talento naturale, di un buon fiuto del goal e di un dribbling mortifero, Dejagah può fornire una notevole quantità di assist alle punte.
Ritmo incessante e velocità sono le sue armi. Punto debole? La tenuta fisica e i suoi muscoli, che spesso lo hanno messo fuori uso.
L'Iran ai Mondiali
Record
1 vittoria (storica per una serie di motivi contingenti): Iran v USA 2-1, Francia 1998
Record di presenze: Alì Daei, 149 (15esimo nel FIFA Century Club)
Record di reti: Alì Daei, 109 (1993-2006) record assoluto di tutte le federazioni FIFA
La bandiera
La bandiera iraniana presenta tre fasce orizzontali di colore verde, bianco e rosso. Ogni colore ha un valore simbolico: il verde simboleggia l'Islam, il bianco la pace e il rosso il coraggio.Nel tempo, tuttavia, la bandiera ha cambiato faccia: tradizionalmente il vessillo iraniano ha sempre recato al centro l'effige di un leone che impugna una spada, simbolo dell'antico regno persiano e simbolo di forza e di conquiste. Il 29 luglio del 1980, tuttavia, la bandiera cambia aspetto. Il leone al centro dello stendardo, innanzitutto, viene sostituito con un simbolo che ha diversi significati: quattro lune crescenti che incrociano, nel mezzo, una spada. Questo è anche il simbolo stilizzato della parola "Allah".Non è un caso che il cambiamento sia avvenuto all'indomani dalla Rivoluzione Islamica: un'altra novità rispetto al passato è da rintracciarsi nelle parole arabe che decorano il vessillo lungo i bordi centrali delle due fasce (Allah-o-Akbar, "Dio è il più grande", "Dio è sommo"). La frase lungo i bordi è ripetuta 22 volte, anche qui un valore simbolico: la "grande rivoluzione", infatti, è avvenuta il ventiduesimo giorno dell'undicesimo mese del calendario iraniano.
Nome completo Repubblica Islamica dell'Iran
Nome ufficiale جمهوری اسلامی ایران(Jomhuri-ye Eslāmi-ye Irān)
Lingue ufficiali Persiano
Capitale Teheran (8.429.807 ab. / 2010)
Politica
Forma di governo Repubblica islamica presidenziale (teocratica)
Capo di stato Hassan Rouhani
Ingresso nell'ONU 24 ottobre 1945
Superficie 1.648.195 km² (18º)
Popolazione 77,176,930 ab. (2013) (16º)
Densità 48 ab./km²
Tasso di crescita 1,247% (2012)
Economia
Valuta Riyal iraniano
PIL (nominale) 548 590 milioni di $ (2012) (21º)
PIL pro capite(nominale) 7207 $ (2012) (78º)
PIL (PPA) 988 437milioni di $ (2012) (17º)
PIL pro capite(PPA) 12 986 $ (2012) (10º)
ISU (2011) 0,707 (alto) (88º)
Consumo energetico -
Il mio Iran
Il mio Iran è un uomo con la barba bianca, copricapo nero in testa, che riempie la televisione in biancoenero della cucina di via Breglio. Sono piccolino, ma quel nome risuona nei telegiornali dell'epoca, il suo sguardo è inquietante e la nonna ha un po' di paura.Il mio Iran è una quantità di film iraniani passati in ore impossibili su Fuori Orario. Panahi, Makhmalbaf, Naderi, Satrapi, ma soprattutto Abbas Kiarostami.
Cinematografia affascinante che vive di immagini e dialoghi scarni: a parlare è la macchina da presa.
Film meravigliosi e indimenticabili come Il sapore della ciliegia o Il vento ci porterà via.
Vera e propria poesia. Ne rimasi talmente impressionato che proposi alla mia relatrice di tesi di azzardare una riflessione accademica sul cinema iraniano: risposta negativa e sogno nel cassetto definitivamente accantonato.
Il mio Iran è uno studente iraniano di grande cultura e modi educati che ho avuto modo di conoscere attraverso il mio lavoro: mi ha colpito la grande voglia di imparare, di misurarsi, di crescere in un mondo completamente differente da quello in cui è nato, facendo sempre tutto con grande applicazione e dedizione.
La dignità, la serietà e infine la voglia di raccontare la sua cultura, il suo mondo. Il suo Iran.
Un esempio da seguire.
L'inno nazionale - Sorud-e Melli-ye Jomhuri-ye Eslāmi-ye Irān (fonte wiki.org)Sorud-e Melli-e Jomhuri-e Eslāmi
testo Farsi
Sar zad az ofoq mehr-e xāvarān
Foruq-e dide-ye haqbāvarān
Bahman, farr-e imān-e māst
Payāmat ey Emām, esteqlāl, āzādi, naqš-e jān-e māst
Šahidān, pičide dar guš-e zamān faryādetān
Pāyande māni o jāvedān
Jomhuri-ye Eslāmi-ye Irān
Traduzione
Verso l'alto all'orizzonte sorge il sole orientale
La luce negli occhi dei credenti nella giustizia
Il mese di Bahman è lo splendore della nostra fede.
Il tuo messaggio, o Imam, di indipendenza e di libertà, è impresso nelle nostre anime
O Martiri! Le tue grida risuonano nelle orecchie del tempo:
Duratura, continua ed eterna,
La Repubblica islamica dell'Iran
Nella scheda sul paese, la voce ISU è l'indice di sviluppo umano che si calcola attraverso una formula che tiene in considerazione, aspettativa di vita alla nascita, accesso alla conoscenza e reddito nazionale lordo.