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Le 52 Gallerie sul Pasubio

Creato il 05 novembre 2013 da Giovy

52 Gallerie Pasubio

Foto da Wikimedia Commos 

Se volete vedere il panorama immortalato qui sopra, dovrete mettervi gli scarponi per fare un sentiero che non è solo una strada tracciata sulla montagna. E', allo stesso tempo, un libro di storia e un luogo immensamente umano: le 52 Gallerie.
Se leggete questo blog da molto tempo saprete bene che, ai primi di Novembre, io scrivo spesso di luoghi legati alla fine della Prima Guerra Mondiale.
E' come una specie di tarlo nella mia mente: ieri era il 4 Novembre ed io penso sempre a quell'armistizio che, per l'Italia, mise fine ad una guerra micidiale.
La cosa che mi rende un po' stranita è il fatto l'Italia celebra proprio marginalmente quest'armistizio mentre Francia e Inghilterra lo considerano ancora una pietra miliare della loro storia come nazione.
Anyway, tornando alle 52 Gallerie, sono un grande classico del trekking dell'Alto Vicentino.
Se nasci dalle mie parti, cominci a sentirne parlare quando sei all'asilo.
Le affrontai per la prima volta intorno agli 8 anni, con mio fratello.
Il percorso più conosciuto prevede la salita dalle 52 Gallerie, un po' di riposo al Rifugio Papa e la discesa per la strada degli Eroi. Tutti luoghi legati alla Prima Guerra mondiale.
La seconda volta che camminai sulla strada delle Gallerie ero in età da scuola media.
Ci andai con C.A.I. locale e la nostra guida era un signore molto serio che ci spiegò come, secondo lui, la gente dovrebbe affrontare quel sentiero di sei kilometri e mezzo circa: in silenzio.
L'atmosfera, di fronte alla prima galleria, è difatti solenne.
Si ricorda in quel luogo il sacrificio di chi scavò quei 52 buchi nel sasso della montagna.
Un quarto della strada è infatti costituita da tunnel, più o meno larghi, più o meno alti, attraverso i quali si arrivava in un luogo sicuro dove, nel 1916 e 1917 l'artiglieria Austriaca non poteva vederti.
Le Gallerie sono state costruite per portare sul monte rifornimenti, cibo, armi e chissà quante altre cose senza che gli Austriaci vedessero i soldati Italiani.
Successivamente a quella volta, salii su per quella strada non so quante altre volte: di giorno, di notte, al tramonto, all'alba, con qualsiasi condizione atmosferica.
Ci sono punti in cui il dislivello si fa sentire ma non fu per quello che, la gran parte delle volte, feci quel percorso in silenzio.
Nei giorni scorsi sono stata nel mio Alto Vicentino ma il tempo è stato tiranno.
Non ho avuto l'occasione di andare a salutare il Pasubio ma quel monte è sempre con me, nel mio cuore e nella mia mente.
Se vi capitasse di andare da quelle parti, portate gli scarponi, mettete nello zaino tanta acqua e portate il vostro saluto a quella montagna che, se solo potesse parlare, avrebbe miliardi di storie da raccontare.
Una grande avvertenza: questo è un luogo bellissimo ma non è turistico.
Dentro le gallerie si scivola, ci vuole la pila, alcune sono lunghe (sui 100 metri) e basse. Quindi se soffrite di claustrofobia pensateci bene prima di mettervi in cammino.
Certi luoghi si conquistano passo dopo passo e questo è proprio uno di quei posti.

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