Su questo blog abbiamo parlato tanto di cosa è il Budo e gli aspetti, le caratteristiche che lo contraddistinguono.
Un aspetto che abbiamo trattato indirettamente riguarda cosa NON è il Budo. Quali caratteristiche, comportamenti e modi di essere sono contrari al Budo e che un buon praticante della “via della Pace” non dovrebbe mettere in atto.
Mi piace pensare a essi come ai 7 peccati capitali del Budo. Siamo esseri umani non santi… quindi è quasi impossibile non cadere mai in tentazione: conoscerli però può aiutarci a riconoscerli quando si presentano ad offuscare il nostro animo e mettere in atto le giuste contromisure al fine di scacciare queste ombre.
Oggi ti espongo il mio punto di vista sulle prime 3 NON-virtù del Samurai moderno.
#1 – Arroganza
Intesa come senso di superiorità che proviamo nei confronti degli altri. Quando sappiamo qualcosa (o pensiamo di saperlo) e cerchiamo di imporre la nostra visione del mondo ad altri come unica e indiscutibile verità. Quando ad esempio pretendiamo di correggere i compagni “perché io ho l’hakama” oppure “io sono 1° dan e quindi tu devi fare quello che ti dico”.
Non dobbiamo mai dimenticare però che anche quando ciò di cui si discute è un dato di fatto oggettivo (ad esempio in una discussione sulla forza di gravità), dobbiamo sempre essere disposti ad ascoltare ciò che il nostro interlocutore ci dice, poiché potrebbe aggiungere informazioni o punti di vista che ci permettono di migliorare. La cintura, l’hakama, il grado, non sono sinonimo di capacità e dobbiamo accettare con umiltà di non essere “tuttologi”. “So di non sapere” diceva Socrate. L’arroganza ci oscura la mente bloccandoci sulle nostre posizioni precostituite e non ci permette di crescere. Anche nell’ikebana – arte giapponese sul disporre i fiori – se abbiamo l’arroganza di pretendere di piegare il fiore al nostro volere senza assecondare la sua forma e natura non otterremo altro che romperlo.
#2 –Avarizia
Definita come scarsa disponibilità a donare ciò che si possiede. Uno dei 7 vizi capitali citati nella Bibbia. Al contrario dell’arroganza in cui si tende a donare troppo e male solo al fine di dimostrarsi superiori, l’avarizia ci fa credere che tenere per me quanto so/ho mi renda migliore/più ricco.
Nel lavoro quante volte i colleghi sono restii a condividere informazioni o conoscenze per paura che tu possa togliergli il momento di gloria col capo? Mi è capitato anche sul tatami purtroppo di vedere insegnanti/sempai che volontariamente davano informazioni lacunose agli allievi/compagni per esaltare il loro ego e rimanere con la loro finta aurea di superiorità. L’insegnante/sempai deve certamente sapere più dell’allievo/kohai ma se non condivide queste conoscenze tenendole per sé al fine di crogiolarsi nell’immensità del proprio supposto sapere… che diamine di guida è? E se non sono disposto al confronto per paura che altri si possano arricchire e mi possano far sfigurare come posso crescere e migliorare?
#3 –Ipocrisia
Si presenta in varie forme che possono essere la modificazione del comportamento e delle opinioni a seconda della convenienza oppure la pretesa di possedere conoscenza o verità in realtà non possedute o ancora il classico e ancor più odioso parlare bene e razzolare male. Probabilmente il comportamento più malsano per un budoka in quanto viola almeno 5 dei 7 principi del bushido ovvero onestà, sincerità, onore, coraggio e lealtà. Anche nell’aikido – la via dell’armonia – si leggono spesso discussioni che definire ipocrite è poco, soprattutto tra maestri o sedicenti tali e che di armonico non hanno proprio nulla. E quindi via a discussioni del tipo: il mio aikido del maestro Tizio è piu bello del tuo del maestro Caio ma se domani guadagno di più dall’aikido di Sempronio di colpo diventa quello migliore al mondo, oppure l’assegnazione dei gradi fa schifo oggi ma se domani ci guadagno diventa una figata o ancora la federazione xyz è truffaldina e mafiosa ma se domani ci sono dentro chi sostiene questa tesi è un diffamatore che va denunciato.
E ancora, le arti correlate al budo come l’ikebana, il chado, il bonsai-do sono cose da nonni o femminucce ma ci organizzo una bella manifestazione sopra come marketing per attirare gente a vedere la dimostrazione della mia scuola oppure peggio ancora, lo studio delle origini e della filosofia legata all’arte sono stupidaggini superflue da fare quando non si può più gareggiare però a lezione si pesca a piene mani da questa filosofia per darsi un’aria sapiente da vecchio guru che la sa lunga e fa tanto mistero (e si sa che il mistero attira). E potrei andare avanti all’infinito. L’ipocrisia è una sorta di sistema di difesa, a mio avviso però inutile perchè allontana dal problema e l’unico risultato che si può ottenere è quello di crearsi la fama di cialtrone che parla solo per dare aria alla bocca. Nascondersi nell’incoerenza al fine di dimostrare tesi diverse a convenienza non può essere di certo Budo. Un budoka non ha di certo paura di esporsi in maniera onesta anche ammettendo i propri errori, ha anzi il coraggio di portare avanti le proprie idee con coerenza e di cambiarle o integrarle a fronte di nuovi punti di vista.
Per oggi mi fermo a questi tre punti. Nel prossimo articolo gli altri quattro e le mie personali conclusioni.
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