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Le 7 NON-virtù del Samurai moderno (2ª parte)

Da Stefano Bresciani @senseistefano
Data: 13 dicembre 2013  Autore: Simone Lorenzi

samurai-modernoTorniamo oggi per concludere la breve analisi sulle 7 virtù del Samurai moderno, contrarie al Budo.

#4Ira

Si indica uno stato di alterazione psichica che rimuove i freni inibitori dati dal pensiero razionale che stemperano le scelte del soggetto. L’iracondo è caratterizzato da una profonda avversione a causa ad esempio di un torto subito o presunto tale. Ovviamente tutti ci arrabbiamo anche in maniera piuttosto pesante, è assolutamente naturale.

L’ira è un passo successivo, è cieca rabbia che offusca i nostri pensieri e scatena la furia distruttiva e a volte letale insita nel lato animalesco dell’uomo e sopita dalla facoltà di pensare razionalmente.

E proprio perché siamo esseri umani dovremmo essere in grado di bloccare e far retrocedere questo stato psico-fisico a una situazione di calma o arrabbiatura non distruttiva ma anzi a volte utile (spesso una moderata arrabbiatura, alzare un po’ la voce è utile a risolvere questioni altrimenti non risolvibili). Soprattutto un artista marziale non dovrebbe mai cedere all’ira, dato che le arti marziali dovrebbero insegnare a incanalare la forza in maniera corretta verso i giusti obiettivi e a raffinare/controllare l’istinto. Il dojo-kun del karate shotokan dice esplicitamente:

Hitotsu! Kekki no yu wo imashimuru koto

dobbiamo cercare di controllare i nostri istinti. E proprio grazie al duro addestramento che possiamo applicare in ogni momento questa regola. Sul tatami “facciamo per non dover fare”, lasciamo libero il nostro istinto e lo raffiniamo attraverso la pratica continua. La potenza è nulla senza controllo.

#5Lussuria

Definita come desiderio irrefrenabile del piacere. Questo ti sembrerà un po’ strano dato che si parla sempre di lussuria abbinando il termine al sesso. Recentemente un servizio in TV parlava di un insegnante di karate che approfittava della sua posizione e della fiducia di cui godeva per dare sfogo ai suoi più bassi e meschini istinti sessuali… molestando giovanissime atlete dell’età di 11 e 13 anni! Oltre al gravissimo fatto di rilevanza penale, infatti il tizio è stato condannato per abuso su minori, si denota una totale mancanza di etica e morale.

Purtroppo questi comportamenti criminali sono diffusi in qualsiasi organizzazione esistente, dove i membri con un certo potere offrono vantaggi in cambio di favori di carattere sessuale. Ed è sconvolgente sapere che la persona a cui con fiducia hai affidato la crescita e la formazione di tuo figlio utilizza la sua posizione non ripagando col suo compito la fiducia donatagli… Usa il suo ruolo al fine di dare sfogo a istinti e ciò si aggiunge all’ancor più grave fatto della violenza subita e al non averlo potuto o saputo impedire. Ferite che rimango a vita nel cuore e nell’anima della vittima e del genitore. Sapere che accade anche in ambito marziale è un’ulteriore conferma della degenerazione morale dell’uomo, che la millenaria tradizione del Budo e i buoni propositi su cui si fonda non può fermare… se non è l’uomo stesso a volerlo!

Necessario perciò che sempre più persone si affaccino al Budo e ai suoi principi in maniera piena e consapevole e queste persone lo diffondano, non per motivi economici ma per motivi morali.

#6Superbia

Volontà di conquistare per se stessi, con ogni mezzo, una posizione di privilegio sempre maggiore rispetto agli altri i quali debbono accettare la loro inferiorità correlata alla superiorità indiscutibile del superbo. Questa è la violazione e la negazione totale del rapporto di equità e rispetto che deve esistere tra tori e uke. Il superbo non può per definizione essere un budoka in quanto non rispetta il principio fondamentale di qualsiasi arte del Budo riassunto perfettamente nelle parole di Masajuro Shiokawa, presidente della fondazione Nippon Budokan:

«Le arti marziali giapponesi sono state tramandate fino ad oggi mantenendo inalterata la loro caratteristica principale, che risiede nel fine ultimo di far progredire lo spirito, attraverso il rafforzamento fisico del corpo e l’apprendimento della tecnica.

Di conseguenza, l’approccio con l’avversario deve essere dettato non da ostilità, ma piuttosto da un senso di rispetto e di gratitudine: a conclusione di un combattimento in cui ognuno ha dato prova delle proprie capacità senza risparmiarsi, nasce spontaneo il desiderio di un ringraziamento che riconosca all’avversario tutto il suo valore. Ecco dunque che, infine, si può aspirare alla costruzione di una società pacifica in cui valorizzare se stessi e gli altri»

#7 –Violenza

Azione messa in atto al fine di arrecare danno. Il bushido recita che un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto un uomo è poco più di un animale. Eppure spesso sentiamo di persone che si lasciano andare ad attacchi di violenza ingiustificata, dimenticando che la violenza non può e non deve essere mai giustificata, in nessun caso.

Come scritto più volte il percorso di addestramento marziale dovrebbe essere un percorso di addestramento personale per smussare angoli bui del nostro spirito e indirizzare verso lidi migliori i nostri istinti animaleschi. Eppure quante volte – troppe – sentiamo praticanti dire: io faccio l’arte X e trapasso i muri con un pugno; io pratico l’arte Y e se mi guardi storto ti distruggo; io che pratico l’arte Z posso rompere un arto in mille modi diversi; se ci fossi stato io in quella rissa che sono cintura nera di XYZ avrei mandato tutti all’ospedale…

A cosa serve tutto questo? Oltre a beccarsi una denuncia per aggressione, violenza aggravata e lesioni colpose? Non serve a nulla. La violenza è un modo per nascondere i propri limiti, le proprie paure e la bassa stima di sé, imponendosi sugli altri con la forza bruta. Praticare Budo significa invece praticare la “via della pace” che non va intesa come ”via della sottomissione”. Significa non usare ciò che si apprende sul tatami per mettere in mostra il proprio fisico e il proprio ego… ma per conoscere se stessi. Chi conosce se stesso e si accetta con i propri limiti non ha bisogno di violenza.

Questi sono a mio avviso i peccati che non andrebbero commessi da un budoka, ovviamente non vuol essere un elenco esaustivo ma solo un punto di partenza. Ognuno con la sua esperienza può inserire comportamenti del samurai moderno che non si sposano con la ricerca del Budo e che quindi contrastano con la via della pace.

Per te quali sono i peccati da non commettere nel cammino marziale?

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avatar Inizia a praticare KARATE “Shotokan” nel 2002. Consegue il grado di cintura marrone FIJLKAM nel Giugno 2008 a Ghedi (BS), mentre dal 2004 al 2007 è stato consigliere dell’ “Associazione Sportiva Dilettantistica Karate Leno". Nel 2006 ha frequentato e superato i corsi di autodifesa livello base, intermedio e avanzato, tenuti dagli istruttori dell’associazione lenese secondo le direttive del metodo MGA FIJLKAM. Nel Gennaio 2007 ha iniziato a praticare, parallelamente al Karate, il corso di BUSHIDO presso il dojo Leno, tenuto dall’istruttore nazionale Stefano Bresciani; in questa scuola ha conseguito nel Giugno 2008 il grado di studente avanzato.Il 18 Dicembre 2010, a coronamento dei brillanti progressi e risultati ottenuti nella ricerca della famosa "pace interiore", è stato insignito del grado shodan (cintura nera 1°dan) nella disciplina BUSHIDO-GOSHIN JUTSU. Oltre allo studio crescente dello IAIDO (arte della spada giapponese) pratica assiduamente lezioni private di AIKIDO nella formula one-to-one, nel quale attualmente ha il grado di 2° kyu. Socio fondatore nominato Vice-Presidente della "Bushidokai ShinGiTai A.S.D." e responsabile delle attività di marketing, la sua stretta collaborazione con Stefano Bresciani gli ha permesso di crescere notevolmente sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista motivazionale; un vero punto di forza dell'associazione anche nel ruolo di assistente nei corsi di arti marziali e istruttore nei seminari di antiaggressione femminile. avatar
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