Magazine Opinioni
In questi giorni molto si parla di quanto l’Italia sia una tra le nazioni più tartassate in Europa anche per la tassazione della benzina che, con le molteplici accise che si sono sommate nel corso degli anni, ora è a un livello record.
La benzina è sempre più cara e l’Italia è una delle nazioni che presenta la più alta tassazione del vecchio continente.
A cercare di trovare il lato positivo di questa cosa verrebbe da pensare che almeno il Governo ci spinge a inquinare meno utilizzando i mezzi pubblici o di tenerci in forma sfruttando, soprattutto nelle belle giornale, la bicicletta.
In realtà, però, la verità è un’altra: le accise, anche quelle più vecchie, sono state inserite per reperire nuovi fondi e poi lasciate lì, quasi a stagnare, in modo che su quelle entrate si potesse contare anche quando le reali motivazioni erano ormai concluse. Dopotutto perché annullare una voce delle entrate che permette di avere maggiori fondi e che risulta essere lì da anni?
La prima nacque nel 1935 per opera di Mussolini che con 1.90 lire finanziava la Guerra in Abissinia. Il 5 maggio del 1936 il conflitto giunse a termine, ma qualcuno potrebbe non aver avvisato lo Stato Italiano che ancora conta un’accisa con questa motivazione. Non è l’unica, ma è la più vecchia. Sono molte le accise che non hanno più senso di esserci vuoi perché hanno concluso il loro compito, vuoi perché la situazione che finanziavano non è più in essere.
Pensare che se però è un cittadino a firmare un documento adducendo a una richiesta di denaro, rimborso o che altro, per questioni che non sono più in auge, si rischiano pesantissime sanzioni. Invece lo Stato può.
A breve potrebbe arrivarne una nuova, dedicata al Decreto del Fare, l’ultima di una lunga, lunghissima serie. Prima o poi si spera che qualcuno abbia coraggio e decida di annullare quelle più vecchie e al più crearne una legata a questioni attuali e contemporanee, giusto per mera onestà intellettuale.
E fortuna vuole che non siamo parte dell’Impero Romano, che altrimenti tra guerre Puniche, Vallo di Adriano e invasione della Tracia avremmo avuto un bel po’ di accise in più…
Accise attualmente esistenti:
1935: 1.90 lire / guerra in Abissinia
1956: 14 lire / crisi di Suez
1963: 10 lire / disastro del Vajont
1966: 10 lire / alluvione di Firenze
1968: 10 lire / terremoto del Belice
1976: 99 lire / terremoto del Friuli
1980: 75 lire / terremoto dell’Irpinia
1982: 100 lire / missione in Libano
1983: 105 lire / missione in Libano
1996: 22 lire / missione in Bosnia
2004: 0.02 euro / contratti auto-ferrotranvieri
2005: 0.005 euro / rinnovo autobus pubblici
2009: 0.0051 euro / terremoto dell’Aquila
2011: 0.0071 euro / finanziamento Fus
2011: 0.04 euro / emergenza immigrati
2011: 0.0089 euro / alluvione della Liguria e della Toscana
2011: 0.0820 euro / decreto Salva Italia
2012: 0.02 euro / terremoto in Emilia
2012: 0.0042 euro / terremoto in Abruzzo
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