Le Affinità Elettive

Creato il 17 novembre 2012 da Larivistaculturale @MePignatelli

Il titolo del romanzo di J. W. Goethe deriva dall’affinità chimica, ovvero la proprietà degli elementi chimici che descrive la tendenza di alcuni di essi a legarsi con alcune sostanze a scapito di altre.

Il romanzo, ottocentesco, racconta la vita di una coppia sposata che, trovandosi ad ospitare un amico di lui e una nipote di lei, va incontro al disfacimento della propria relazione e alla formazione di due nuove coppie che poi non durano. Ma nell’Ottocento la società non era aperta e integrata o possibilista come quella di oggi.

Applicata al momento storico che l’Italia sta vivendo, il concetto di affinità elettiva può essere utile per caratterizzarne il fermento politico. Un elemento di novità, Matteo Renzi e il suo modello comunicativo anglosassone, hanno scosso un partito, conservato da lungo tempo da una forza d’inerzia.

Entrando in una visione contemporanea e scientificamente positivista delle affinità elettive, l’elemento Renzi è oggi nella posizione di aggregarsi con alcune sostanze, nuove, probabilmente a discapito di altre. Ma non solo lui. Svincolato dalla sua posizione personale, integrato in una visione politica nuova, sta anche il cittadino comune, suo elettore.

La comunicazione di Renzi, capace di raccogliere tra la gente i propositi e di rinquadrarli come proposte governative, ha ricostruito un discorso partendo da una base dialogica e partecipativa. Quindi il cittadino comune, chiunque esso sia,  può anche svincolarsi dalla sua appartenenza ad una certa identità politica, e aggregarsi con chi meglio crede, con la sua facoltà di giudizio personale, nell’occasione storica delle primarie del Partito Democratico.

Fà bene quindi Matteo Renzi ad appellarsi anche al voto di coloro che sono esterni al suo partito. L’occasione di aggregazione ad una figura di cambiamento, può far bene al rinnovamento italiano. L’occasione di partecipare al voto delle primarie del PD è un’occasione anche per tutti coloro che si riconoscono in altri partiti, magari di opposizione,  o che magari non si riconoscono in nulla, per aiutare l’Italia a cambiare attraverso la trasfigurazione di uno dei suoi partiti politici più importanti.

In poche parole, le primarie del Partito Democratico vanno pensate fuori da ogni schema precedente, come delle Primarie del Paese. In quest’occasione di rinnovamento culturale, ogni elemento libero, ritrovato un senso di dovere civico nazionale, va a decidere chi rappresenta la sinistra italiana oggi. Per dare una possibilità più al cambiamento.

Il Programma Proposto da Matteo Renzi qui.

© Melissa Pignatelli 2012
© Fotografia larepubblica.it


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