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Le Ali della Libertà

Creato il 20 maggio 2011 da Giuseppe Armellini
Le Ali della Libertà VOTO 10
Uno dei film a cui sono più legato. Visto appena uscito nel 1994, per anni, prima che critica e passaparola ne facessero un capolavoro universalmente riconosciuto, l'ho considerato il mio film preferito. Pensavo che fosse un piccolo film e lo feci mio, poi, come detto, ebbe il successo meritato. Per questo, a costo che nessuno arrivi alla fine, sono costretto a dilungarmi.
"Io punto su quello che sembra avere un palo infilato nel c.ulo"
Andy Dufresne arriva nel carcere di Shawshank. Si vede subito che c'entra nulla con un posto del genere. Bancario, faccia pulita, modi pacati. Red (un grande Freeman nel ruolo che lo lanciò definitivamente) , il condannato "trovarobe" della prigione, punta su di lui come primo a cedere dei nuovi arrivati. Si sbaglierà di grosso.
"Non conterò nemmeno fino a 1"
Il capitano Hadley è un aguzzino spietato. Facciamo la sua conoscenza con l'arrivo del gruppo di Andy. Ne fa fuori subito uno a forza di botte. Mai, mai per tutto il resto del film conosceremo un lato di lui diverso da quello di spietato esecutore degli ordini. Nella scena del tetto il suo scontro con Andy porterà al vero turning point del film.
"Lei si fida di sua moglie?"
Siamo sul tetto. Dufresne ha l'incredibile coraggio di chieder questo al terribile Hadley. Mai tentativo fu più rischioso e al tempo stesso meglio pensato. Andy conquista 2 cose: il prestigio tra i suoi compagni di sventura (con i quali fino ad allora aveva appena scambiato 2 parole) e la stima delle alte sfere del carcere, Hadley e l'ancor più terribile direttore Norton (un'indimenticabile Bob Gunton, forse MVP del film). Stima significherà protezione, decisiva alla luce del finale.
"La salvezza è qui dentro"
La cella di Andy viene perquisita. Qui, in una scena che soltanto successivamente rivelerà la propria assoluta perfezione, Andy sarà vicinissimo 3 volte ad esser scoperto. Norton parla a pochi cm dal poster ed è quasi indeciso se toglierlo. Prende poi in mano la Bibbia di Andy. Sarebbe bastato aprirla... Inoltre sta per portarla via ma all'ultimo la riconsegna al carcerato. "La salvezza è qui dentro" dice ad Andy. Magnifico.
Intanto la regia di Darabont, tra la splendida ripresa aerea del carcere e la perfetta direzione di tutti gli attori, fa il suo dovere alla grande, ma è nella sceneggiatura che Le ali della libertà nasconde il proprio tesoro grazie perlopiù a 3 aspetti: l'aggiunta del personaggio narratore di Red (non c'è nella novella) che parlando al passato crea un'attesa nello spettatore incredibile, una voglia di scoprire dove porterà questo racconto; la grandiosità dei dialoghi (non a caso sto dividendo i capitoli attraverso le battute del film); la capacità di inserire storie e sottostorie senza che nessuna appaia superflua o mal riuscita. Anzi forse proprio in una di queste Le ali della libertà raggiunge il suo apice.
"Brooks was here"
Qua intendevo. La vicenda del vecchio Brooks vale da sola la visione del film. In realtà sarebbe potuto essere anche uno splendido corto. Un personaggio che con pochissime pennellate e la commovente interpretazione di Whitmore (morto 2 anni fa, molto simile fisicamente al nostro grande Arnoldo Foà) ci regala 10 minuti indimenticabili. "Qui è importante, fuori soltanto un vecchio stanco e inutile" dice Red. Per questo Brooks, 50 anni nel carcere, non vuole esser "liberato". Perchè quelle mura "prima le odi, poi ci fai l'abitudine, poi non riesci a farne a meno". E' talmente importante questa piccola sottostoria che Darabaont cambia addirittura il narratore, da Red a Brooks stesso. La scelta dà ancora più intimità e tragicità, specie in quel "ho deciso di andarmene" e nell'indimenticabile scritta "Brooks was here". Con "dite a Heywood che mi dispiace di avergli graffiato il collo" raggiungiamo poi picchi di commozione altissimi. Le emozioni e le tematiche (il concetto di libertà, la vecchiaia, il suicidio come liberarsi da una vita stanca e ormai inutile) affrontate in questi 10 minuti sono qualcosa di quasi unico.
E passando per la magnifica scena delle Nozze di Figaro, andiamo avanti.
"Me ne dia solo l'opportunità"
Nel perfetto concatenarsi di eventi ecco che arriva Tommy, il bulletto che (anche qui il caso...) conosce la verità sull'omicidio di cui è accusato Andy. Anche qua, in pochi minuti riusciamo ad affezionarci a un personaggio (vi assicuro che non è facile) ed anche qui dal suo arrivo alla spietata esecuzione assistiamo a un cerchio che si apre e chiude perfettamente. Andy è ormai troppo importante per Norton, è "suo" malgrado Dufresne, al rifiuto del direttore di far ricominciare le indagini, gli urli "E' la mia vita, è la mia vita!".
"O fai di tutto per vivere o fai di tutto per morire"
Chiunque abbia amato Le ali della libertà ricorderà la scena del poster rivelatore come uno straordinario colpo di scena, uno dei più belli, emozionanti e beffardi che io ricordi. Quando Andy non è dentro la cella (almeno la prima volta che lo vidi, a 17 anni) davvero non me ne capacitavo. Lo scaglio della pietra verso il poster e il rumore dell'impatto che non viene restituito dal muro furono un'emozione enorme. Qua parte una ricostruzione perfetta di tutto quello che Andy, a nostra insaputa, aveva fatto negli anni. E' bellissimo che tale scena e le conseguenti rivelazioni siano precedute dalla sequenza in cui Norton trova le scarpe di Andy al posto delle proprie. Anche qua la sceneggiatura è pazzesca. I più attenti avranno notato che mentre Norton e le guardie perlustrano la stanza e sono increduli di come Andy possa non esser là, sul muro c'è un poster di Einstein che fa loro la linguaccia. In realtà me ne sono accorto solo ieri, alla 7° o 8° visione credo.
"Ci vuole pressione tempo, pressione e tempo, e un poster gigante naturalmente" per far quello che ha fatto Andy, per poi camminare in "mezzo km di m.erda e uscire pulito e profumato". La scena poi delle braccia al cielo sotto la pioggia, che dire...
"Ziwataneo"
Quando Andy racconta a Red di Buxton, del campo e della "pietra che non ha niente a che fare con un campo del Maine" davvero non riusciamo a comprendere. Neanche Red capisce. "Se vuoi sapere vacci" gli dice Andy. Così, quando Red riceve la libertà condizionata e si reca a Buxton siamo per l'ennesima volta difronte a una scena che appaga testa, occhi e cuore. E come dimenticare quando pur nell'assoluta solitudine, una volta visti i soldi, Red controlla più volte la situazione per assicurarsi che non ci sia nessuno...
Tutto il piano di Andy è riuscito, non ultimo quello di incastrare Hadley e Norton a cui, piace sperare a Red, "l'ultima cosa che gli ha attraversato il cervello, oltre il proiettile, è la sensazione che Andy fosse riuscito a fregarlo". Red arriva a Ziwataneo, davanti all'Oceano, un Oceano "che non ha memoria". Si riparte da zero, con una barca da rimettere a posto.
E con Andy, quello che sembra avere un palo infilato nel c.ulo, quello che avrebbe ceduto per primo.

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