Il problema fu posto all’epoca, quando per la prima volta si istallarono delle antenne-ripetitore per il segnale della telefonia mobile in cima alla torre dell’acquedotto, in via Conventati, ma poi tornò il silenzio e per anni si è fatto finta che non esistessero. Ultimamente, però, alcuni residenti, notando lavori di manutenzione o forse l’istallazione di nuove antenne (l’ultimo ieri), ricominciano a domandarsi se queste apparecchiature siano davvero innocue per la salute dei cittadini.
In effetti, sulla torre ce ne sono davvero tante e una tale concentrazione di onde elettromagnetiche qualche preoccupazione la desta legittimamente. Anche solo spulciando nel web si possono apprendere notizie poco rassicuranti circa la presenza di questi apparecchi vicino alle abitazioni, in termini di rischi di aumento di tumori e malattie simili. Pur essendovi pareri discordanti appare certo che la loro non pericolosità sia tutt’altro che provata.
Nel dubbio, quindi, sarebbe forse il caso di non correre rischi. Certo è che, con l’uso intenso di telefoni mobili che tutti oggi facciamo appare difficile pensare ad un mondo senza ripetitori. È anche vero, però, che concentrarli in un unico sito ed in numero così rilevante, a rigor di logica, crea una mole di emissioni tale da essere quantomeno preoccupante. Sarebbe auspicabile che il Comune di Montegranaro, proprietario della torre sulla quale sono montate le antenne, effettui responsabilmente uno studio esaustivo sui rischi reali e che prenda decisioni a tutela dei cittadini sulla base di dati certi. Nell’incertezza sarebbe sempre preferibile non correre rischi.
Luca Craia