In Lettonia le cose non sono mai semplici e chiare.
In un paese spaccato a metà fra lèttoni di lingua madre e russofoni, con un passato e una storia ancora non condivisi, ogni evento, ogni celebrazione, ogni anniversario diventa il campo di battaglia per ulteriori contrasti e polemiche.
Il 9 maggio, la festa russa che celebra la vittoria dell'Armata Rossa contro il nazismo, è uno di quei momenti in cui la Lettonia si spacca. Troppo grandi le ferite ancora, troppo profondo l'odio e il rancore. Perché se il 9 maggio significa la sconfitta del nazismo, per il lèttoni è anche l'inizio dell'occupazione russa, è la data di nascita della dittatura sovietica sul paese.
Dietro la lente della storia diventano labili e sfumati i contorni dei veterani di guerra: i veterani di guerra russi che scacciavano dal suolo lèttone le truppe tedesche, i legionari lèttoni che combattevano nelle fila delle SS in ritirata con l'obbiettivo di salvare il paese dall'occupazione sovietica. E poi le deportazioni nei campi siberiani di migliaia di lèttoni, e le fosse comuni di Rumbula, dove le SS trucidarono migliaia di ebrei prima di abbandonare la Lettonia. I liberatori che diventano aguzzini, gli occupanti che lasciano devastazioni e morti. E nel mezzo un piccolo paese soffocato e annientato da forze tanto più grandi e terribili.
Riaprire le pagine della storia, ogni volta che cade un anniversario, qui non è ancora l'occasione per un sentire condiviso, per una celebrazione che rincuori gli animi. E così anche la partecipazione di uno dei cantautori lèttoni più amati, Ainars Mielavs, alle celebrazioni a Riga, nel Parco della Vittoria in Pardaugava, diventa terreno di scontro etnico. Perché Mielavs decide di cantare anche canzoni in lingua russa. Una specie di oltraggio per molti lèttoni. La sua giustificazione? "Ci sono stati venti milioni di russi morti nella seconda guerra mondiale. E poi io ho vissuto per anni con dei vicini russi, che mi sembravano gente perbene. Come ce n'è da ogni parte".
Sembra una cosa banale. Ma in realtà tutto diventa sempre molto complicato, in questo piccolo scorcio di baltico. Rivedere bandiere rosse issate al vento da queste parti è una cosa che fa ancora tremare le vene.
Nella foto le celebrazioni del 9 maggio a Riga, in Uzvaras Parks (da Diena.lv)