Della Repubblica Democratica del Congo riferiamo spesso e per questo, infatti, conosciamo bene le innumerevoli difficoltà di popolazioni,che agognano un po’ di pace e, magari da sempre, un sistema politico che sia realmente democratico. Aspettative che, però, grazie all’avidità e alla prepotenza di chi è il più forte in situazione e ha potere (corruzione politica più business delle multi e transnazionali), continuano, anche oggi, a essere eluse e costituiscono appena delle belle utopie in cuori puri da sognatori ingenui.
Eppure il Paese per tutte quelle che sono le sue effettive ricchezze avrebbe per tempi illimitati (se l’onestà fosse di casa) tutte le chance per far vivere con dignità e senza più guerre, morti, malattie, ignoranza, la propria gente.
A Kinshasa, nel quartiere ricco di Gombe, mentre fuori impazza la guerra civile (il libro proposto è stato edito nel 2011 dall’editrice Momentum), lo scrittore Lorenzo Mazzoni, giramondo per passione e di professione, ci fa vivere l’esperienza da reclusi molto “speciali” di quattro personaggi, che lo abitano. Si tratta di un medico inglese e della sua compagna, di un discutibile personaggio appartenente ai servizi segreti sudafricani e, in fine, di un giornalista freelance.
Ritratto accuratissimo del contesto nei suoi particolari e scrittura attrattiva con connotazioni più che palesi da spy- story. E, in aggiunta, tanta ironia su quelle che, da noi, si definiscono missioni umanitarie e i loro protagonisti.
Nonché l’immancabile sottolineatura di razzismo che emerge, quasi sempre, quando noi occidentali affianchiamo quelli che sono i diversi da noi. In questo caso, i poveri della città.
Un libro scorrevole e godibilissimo, senza dubbio, per trascorrere alcune ore lontane dalle preoccupazioni di casa nostra ma, al tempo stesso, per poter fare delle ottime riflessioni su cooperanti ammantati solo all’apparenza di buone intenzioni,su organizzazioni sedicenti umanitarie e su avventurieri senza troppi scrupoli in cerca di facili guadagni ma a spese altrui.
Nella foto Lorenzo Mazzoni
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)