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Le carezze di Elena e gli strali di Maria. D’annunzio e il Piacere

Creato il 02 febbraio 2012 da Mondoinformazione @matteopartenope

17066 416076670135 352742330135 10779988 5251995 n 150x150 Le carezze di Elena e gli strali di Maria. Dannunzio e il Piacere Una recensione de il Piacere di Gabriele D’annunzio.
Piacere che è sia titolo, sia scelta di vivere come in un opera d’arte

“M’amerete voi Elena?”  ”Forse”

Ecco l’espressione che , nella sua concisa perfezione, diventa il centro , punto d’incontro

l’inizio e la fine di questo romanzo che è al contempo avventura autobiografica dell’autore.Scritto nel ritiro forzato di Francavilla a mare nel 1888 da un D’annunzio che già anelava ad entrar nei salotti della Roma bene ( e nelle sottane delle Patrizie della Città Eterna),il romanzo si rifà alla tradizione Decadente del Dandy , di chiara ispirazione wildiana ;il protagonista dell’ opera aspira alla grandezza , al trionfo ed alla gloria. Divinità tra i mortali, da l’avvio a tutta una trafila di giochi amorosi di corteggiamento ed ammiccamenti dove tutto è concesso , persino l’autoerotismo sfrenato e le oscene proposte , pur di raggiungere l’obiettivo finale.
La storia si compone passo a passo ma in ogni suo più piccolo punto il protagonista, l’Adonico e vanesio conte Andrea Sperelli Fieschi D’Ugenta, pur se non in carne ed ossa è presente in spirito. Dovunque si respira il bisogno di artificiosità , di ricercatezza formale e di livellatura .Il risultato è un fine lavoro di termini aulici, di metafore arditissime , di reticenze e di vocaboli lussuriosi.
Il tema centrale del romanzo – autobiografia è l’analisi psicologica dei comportamenti delle Donne , di quell’”eterno feminino” di cui il Poeta si riteneva esperto conoscitore.La Donna diventa oggetto d’indagine , ed in favore di questa disamina spassionata , l’autore non fa  altro che presentare al pubblico lo ying e lo yang della Femmina; da una lato la multiforme Elena Muti , l’avvenente e cinica Duchessa di Scerni che terrà alle corde Andrea per tutto il romanzo (Ellaella era l’idolo che seduceva in lui tutte le volontà del cuore, rompeva in lui tutte le forze dell’intelletto, teneva in lui tutte le più segrete vie dell’anima chiuse ad ogni altro amore, ad ogni altro dolore, ad ogni altro sogno, per sempre, per sempre….)dall’altro la piissima ed ingenua Maria Ferres , donna di chiara ispirazione cattolica che , almeno inizialmente , mal sopporta le avanches dello Sperelli.Ma paradossalmente sarà proprio quest’ultima , che , inebriata da un sentimento , da un furore mai provato si darà anima e corpo al suo amante , segundo l’illogico e depravante pensiero che solo l’Amore potrà portarla alla purificazione finale.

Ma la figura della prima unica e vera amante Elena è sempre presente ;essa aleggia nei pensieri di Andrea e lo tormenta finchè non compie il gesto fatale di confondere il suo nome con quello di Maria.

Il romanzo lascia il lettore in un duplice stato di Grazia: da un lato l’apparato retorica lo trasporta nel mondo trasfigurato ed alienante dell’aristocrazia, dall’altro L’amore corteggiante e mellifluo lo rende prigioniero dell’opera finchè anche essa non esala
la sua ultima riga.
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