Il fratello minore Theo, invece, è un tipo del tutto diverso, cioè... normale. Fin da piccolo però ha dovuto confrontarsi con le stranezze di Jacob e anche lui ha finito per sviluppare una personale ossessione: spiare le case degli altri, quelle delle famiglie diverse dalla sua, cioè delle famiglie normali, che a lui sembrano più felici. La sua gli sembra una famiglia con una vita troppo complicata, che diventa addirittura impossibile quando accade un fatto terribile: l’insegnante di sostegno di Jacob viene ritrovata uccisa, sul corpo segni di violenza.
Molti indizi sembrano condurre a Jacob, che finisce in tribunale, dove, inevitabilmente, tutti i segni della sua sindrome – l’incapacità di guardare negli occhi, i suoi tic, i suoi gesti compulsivi – vengono interpretati come indizi di colpevolezza. Ma che cosa è successo davvero quel giorno?
L'autrice:
Recensione:Con questo romanzo la Picoult mi ha conquistata, guadagnandosi una lettrice fedele che la seguirà in ogni suo nuovo romanzo.
Non mi aspettavo assolutamente di essere così convolta durante la lettura e così soddisfatta alla fine.
Avevo già apprezzato il suo talento in La custode di mia sorella, nonostante il tema mi avesse angosciata, e temevo che anche questo romanzo avrebbe avuto lo stesso effetto: attrarmi e respingermi allo stesso tempo.
E invece non c'è stato scontro di emozioni: il coinvolgimento è stato pieno e piacevole, facendomi apprezzare ogni capitolo e ogni pagina.
Come in ogni romanzo della Picoult, la vita quotidiana si mescola con l'aspetto legale, facendo entrare in scena nuovi personaggi, col loro personale punto di vista.
Potrebbe sembrare che il fulcro della storia sia l'omicidio e la necessità di scoprirne il colpevole, ma in realtà non è così. La sua presenza è un semplice pretesto per andare oltre, per osservare atteggiamenti, dinamiche, convinzioni di chi ha a che fare con un crimine di cui non si conosce il colpevole.
La Picoult riesce a dare volto, anima e pensieri a ogni suo personaggio, che smette le vesti di semplice protagonista di un romanzo per diventare persona viva, per presentarsi i nostri occhi in carne e ossa, parlandoci e raccontandosi come se stesse accanto a noi. La scrittrice sa far cadere falsità e tabù, mostrandoci gli uomini per quello che sono, nelle loro azioni e reazioni, sentimenti e istinti, sia che siano persone "normodotate", sia che abbiano qualunque genere di ritardo o malattia. Tutti coloro che sono coinvolti nella storia hanno abbastanza spazio per esprimere la loro opinione e mostrarci il loro punto di vista, i loro sospetti, le loro verità.
E' incredibile come Jacob ci sia apparso fin dall'inizio come una persona normale, e mai come un ritardato con cui è difficile relazionarsi, è incredibile come la Picoult sia riuscita a cogliere ogni aspetto, positivo o negativo, che possa ruotare attorno alla sua figura, abbattendo tutti i cliché.
Il mistero che ruota attorno alla scomparsa e morte di Jess non è neanche per un momento il centro della storia: un lettore attento intuisce immediatamente quel che è accaduto, e non se ne fa né un cruccio né un vanto. Non c'è il giallo nelle intenzioni della scrittrice: c'è la vita.
Le case degli altri dà voce alla vita, urla pensieri di chi non ha il coraggio di parlare, mette in scena una storia così lontana da noi rendendocela così stranamente quotidiana.
Titolo: Le case degli altri
Autore: Jodi Picoult
Editore: Corbaccio Editore
Pagine: 624
Prezzo: €19,60