L’intervento di riqualificazione immobiliare , disciplinato da una convenzione del 2006 con il comune di Cologno Monzese , è guidato dall’Edilraf. E la società di costruzioni del San Raffaele , amministrata da Mario Cal, il manager suicida lo scorso 18 luglio.
Per i conti della Fondazione Monte Tabor , l’Edilraf è una mina vagante . Fino al marzo 2008 progettista e direttore dei cantieri di Cologno Monzese è , poi, l’architetto Renato Sarno , indagato con l’ex presidente della Provincia di MIlano Filippo Penati , nell’inchiesta sul presunto giro di mazzette a Monza.
Il suo nome è spuntato dal sottobosco di relazioni oblique con la politica : le ombre che la Procura di Milano deve diradare riguardano presunte triangolazioni di favori e denaro sviluppate in parallelo agli affari immobiliari.
L’edificazione del quartiere di Cologno Monzese vede succedersi anche due ditte all’attenzione della procura. Sono la Diodoro Costruzioni di Zammarchi (ex socio di Don Verzè nella Edilraf) e la Metodo , controllata dal figlio dello stesso Zammarchi . Il portafogli lavori della ditta è carico di opere con il San Raffaele , cliente che da solo fa gran parte del fatturato della Metodo.
Adesso le case di Cologno sono terminate , il loro valore sul mercato è stimato in 45 milioni di euro . Ma il Comune non concede le agibilità indispensabili per la vendita. Questo perché l’Edilraf non ha costruito piazze e riqualificare giardini della zona come richiesto. Da maggio tutto è bloccato : in assenza del completamento dei lavori i permessi di agibilità non verranno consegnati. Al momento restano immobili fantasma. Uno dei filoni d’inchiesta dei magistrati è tra l’altro la rivalutazione dei terreni e fabbricati. Un escamotage usato per puntellare binaci in rosso.
Negli anni Edilraf ha accumulato debiti per 60 milioni di euro e ora rischia di essere liquidata. Il succedersi di amministratori non aiuta. Mario Cal suicida, poi Valsecchi dimesso dopo le critiche ad alcune fatturazioni false .