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Le certezze del mannalitàriu e dell'editor nuorese

Creato il 15 maggio 2012 da Zfrantziscu
Nell'immaginario collettivo, la Nuova Sardegna è talmente segnata per la sua ostilità nei confronti della lingua sarda che ne vanno di mezzo non solo gli articoli e i commenti ostili che essa ospita, ma anche - è il caso di questi giorni - una intervista. Uno strumento del giornalismo che rende responsabile di quanto dice colui che parla non chi intervista. In blog e in pagine di Facebook che si occupano di sardo e di identità sono usciti articoli (cito Antonimaria Pala, Adriano Bomboi e oggi Roberto Bolognesi) di durissima critica nei confronti del quotidiano e dell'autore, Luciano Piras, di una intervista a tal Giulio Concu. Quella dell'editor nuorese è una summa di stereotipi e di baggianate contro l'insegnamento del sardo a scuola e contro il sardo quando pretende di non essere folclorica e solo familiare, ma una lingua a tutti gli effetti. Chi ha stomaco la può leggere qui.
Ne parlo anche io non per aggiungere  i miei al sarcasmo e alla irritazione di altri, ma per segnalare come non solo sciocchezze a mani piene contro il sardo siano profuse nell'intervista. Il professor Concu, insegnante di inglese e responsabile dunque della educazione di ragazzi, si lancia anche in acrobazie storiche:  «Chiediamoci se sia mai esistito un “popolo sardo”... ».  Chiediamocelo, allora...  «Storicamente non c’è mai stata un’unione completa delle differenti genti che popolavano l’isola. A meno che non si torni indietro fino ai nuragici, che probabilmente vissero una certa conformità culturale. Ma possiamo dire che i costruttori di nuraghi fossero “sardi”?».  Non lo erano?  «No che non lo erano... nuragici, non sardi!». Proviamo a far emigrare queste baggianate verso altri lidi, francesi per esempio. «Chiediamoci se sia mai esistito un “popolo francese”... ».  Chiediamocelo, allora...  «Storicamente non c’è mai stata un’unione completa delle differenti genti che popolavano l'Esagono. E che dire delle peripezie fatte affermando che al tempo dei nuraghi gli abitanti non fossero sardi ma nuragici? Che cioè, nel XX secolo avanti Cristo, quelle genti si presentassero al mondo: "Noi siamo nuragici"? Per me, la libertà di espressione è sacra. Non ho dubbi. Ce l'aveva, questa libertà, anche quel mannalitàriu di Seui che - mi raccontò Paolo Pillonca - sosteneva con prove di fatto un suo pensiero: non è vero che l'uomo è sbarcato sulla Luna. Per quanto nelle notti di luna osservasse il nostro satellite, mai gli era capitato di vederne uno camminando. Forse che si poteva impedire al mannalitàriu seuese di esprimere le sue convinzioni. Naturalmente no.
Il problema è un altro: mai nessun giornale si è interessato a queste certezze che, a ben vedere, non erano poi tanto più balzane di quelle espresse nella sua intervista il Concu. 

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