LE CHEERLEADER IN ITALIA è SOLO DIVERTIMENTO, NIENTE A CHE FARE CON QUELLE AMERICANE

Creato il 22 settembre 2010 da Madyur


Hayden Panettiere , sarà Amanda Knox in Tv, è Claire Bennet una ragazza pon pon texana nel telefilm Heroes.
Il suo alter ego ha dei poteri che grida Save the Cheerleader , Save The World prima di lanciarsi di un ponte o buttarsi nel fuoco. Questo solo perché le cheerleader sono patrimonio nazionale americano insieme alle anatre di Central Park e Hot dog.
In Europa è un'altra storia. Lo sanno bene le dodici ragazze di All Star Milano Cheerleaders ,squadra meneghina nata un anno fa. Prima abbinata ad una squadra di Football Americano , ma da settembre con team diversi , queste ragazze sono riuscite ad applicare atmosfere e tecniche delle squadre Usa.
Di soldi non se ne parla, quindi per loro è il risvolto amicale la molla che l’ha fatte iniziare. Lo spiega Maria Famà, detta Stella Stellina, 40 anni ( ma ne dimostra 20 in meno) “Ho scoperto le All Star su Facebook. Ho trovato un metodo divertente per rimanere in forma e soprattutto tante amiche”.
Nonostante le poche squadre presenti in Italia , è già nata una Federazione : la Ficad. Il presidente, Riccardo Cavaliere, ha in programma di introdurre la disciplina nelle scuole.
Per Jennifer Lechner, una norvegese in Italia, essere cheerleader è una doppia sfida “Ho cominciato a scuola nel mio liceo di Bergen. Poi, arrivata a Milano , mi sono detta : perché non provarci anche qui?”. Jennifer è l’allenatrice delle All Star “Vorremo diffondere un’immagine nuova delle cheerleaders: non sono le ragazze sceme e sopra le righe dei film americani. E’ un vero sport , molto sano. Certo siamo carine. Ma è una caratteristica richiesta anche a pattinatrici e danzatrici. Trovatene una cicciottella e bassa”.
L’aspetto sexy della disciplina esiste , e negli Usa se ne sono accorti : il Parlamento texano sta approntando una severa legge per smorzare la vocazione voyeuristica delle nuove leve di pon pon per coreografie troppo hard. In America giornali importanti riportano notizie su sesso , droghe e bullismo nel mondo delle cheerleader.
Ma in Italia è diverso , niente esasperazioni. Un altro mondo rispetto agli Usa , dove scandalo dopo scandalo l’immagine delle cheerleader è offuscato.
Questo “sport” è nato maschile alla fine dell’Ottocento grazie all’idea dello studente Johnny Campbell, di Princeton. Solo negli Anni Venti con l’arrivo delle donne tutto è cambiato. Soprattutto in negativo.
Naomi Wolf scrisse nel ’97 un saggio “Siamo tutte pon pon girls” : “IL fallimento della liberazione femminile? L’esistenza delle ragazze pon pon , simbolo puritano della dicotomia mai risolta tra sante e puttane. Al liceo avevo una compagna. Dinah : era la più bella e spigliata nel gruppo. Il suo nome il più scarabocchiato nel gabinetto dei maschi. Venne scartata al concorso per cheerleader , e a quel punto bollata come bad girl”.
In Italia e per le All Stars il cheerleading non è una disciplina anti-femminista. Solo voglia di divertirsi.


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