Il modello delle cinque forze competitive sviluppato da Michael Porter compie trent’anni.
Nonostante gli anni passati e i profondi cambiamenti che hanno caratterizzato il panorama economico globale, questo modello risulta essere ancora oggi uno strumento utile per l’analisi dell’ambiente competitivo dove l’impresa opera.
In tema di strategia, ciascuna impresa dovrebbe chiedersi quali sono le “forze” che influenzano maggiormente il suo livello di competitività nel mercato, e agire di conseguenza, per differenziarsi dalla concorrenza.
Facciamo un esempio.
Immaginate un settore caratterizzato dalla presenza di pochi compratori (che significa, potere contrattuale dei clienti elevato), numerose imprese in concorrenza tra loro (rivalità interna elevata) e dall’esistenza di prodotti sostitutivi (cioè prodotti che hanno caratteristiche e modalità di utilizzo simili e che consentono, cioè di soddisfare le stesse esigenze del cliente).
In un contesto del genere, la competizione è basata principalmente sul prezzo e comporta la progressiva erosione dei margini delle aziende concorrenti.
La strategia per differenziarsi dalla concorrenza potrebbe riguardare, ad esempio, il rafforzamento del marchio e dell’immagine aziendale, l’ampliamento del target di clientela cercando di soddisfare con lo stesso prodotto le esigenze di nuovi consumatori (ad esempio, scarponi militari venduti a studenti come scarpe alla moda per il tempo libero) oppure lo sviluppo di soluzioni innovative.
Come insegna Porter, la strategia significa differenziazione, perchè…
non stiamo concorrendo per essere i migliori. Competiamo per essere unici.