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Le Cinque Variazioni

Creato il 09 maggio 2013 da In Central Perk @InCentralPerk
Settimana Danese.
L'excursus in Danimarca continua lasciando per un attimo il Dogma95 anche se questo film, o meglio documentario, potrebbe benissimo farne parte essendo un'esemplificazione del credo e della castità del movimento.
Protagonista e ideatore dell'esperimento è ovviamente Lars von Trier che ci si presenta in veste di maestro parecchio saccente e supponente. Tutto ruota infatti a documentare la sua sfida nel costringere il regista Jørgen Leth a rifare in cinque diverse variazioni il suo famoso cortometraggio The perfect human (visibile qui), adorato e venerato da Lars.
Le Cinque Variazioni
Per ogni nuova opera, ci sono però delle regole da rispettare:
variazione #1: girare a Cuba senza un set e con non più di 12 fotogrammi al secondo
variazione #2: girare in un posto miserabile (Bombay), concentrarsi sulla scena del pranzo e con lo stesso Jørgen Leth come uomo protagonista.
Se il primo corto andava benissimo e anzi superava quasi l'originale -con disappunto di Lars- il secondo non manteneva la promessa di tagliare dalla scena i poveri di Bombay e così il terzo esperimento è una sfida nella sfida.
variazione #3: o rigirare la variazione #2 tenendo conto delle promesse fatte o avere carta bianca in tutto (scelta poi preferita)
variazione #4: rifare in formato cartoon
variano #5: deve semplicemente farsi accreditare come regista di questo corto e leggere un testo preparato la Lars
Le Cinque Variazioni
Le sfide tra i due registi, si capisce fin da subito, mirano a mettere in gioco se stessi. Von Trier è ossessionato dalla perfezione di Leth e proprio da lui vuole tirare fuori il lato umano, ma per ogni sfida posta ne esce sconfitto e amareggiato, facendo risaltare il suo lato egocentrico. Con l'ultima variazione, un vero e proprio colpo di coda -probabilmente pensato fin dall'inizio-, le carte vengono messe in tavola e l'enorme e dispendioso progetto assume una luce nuova e veritiera.
Sulla scia del Dogma95, Le cinque variazioni riesce a far vedere l'utilità e la genialità che possono nascere da piccoli ostacoli, che diventano così non muri da raggirare ma una serie di mattoni con la quale costruire qualcosa di nuovo e diverso.

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