Ho studiato Calvino in "illo tempore", per un esame all'università, ma questo libro non lo avevo mai letto.
Poi l'ho visto citato in un blog (non ricordo quale) e ho pensato di leggerlo.
Solo poche parole per descriverlo...(e sarebbe la prima volta che uso poche parole).
Leggere questo libro è come sfogliare un album di cartoline di città in cui si ha la viva sensazione di esser stati...
Pura evasione!
(Gengis Khan) Dice: – Tutto è inutile, se l’ultimo approdo non può essereche la città infernale, ed è là in fondo che, in una spiralesempre piú stretta, ci risucchia la corrente.E Polo: – L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà;se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamotutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi cisono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettarel’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlopiú. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimentocontinui: cercare e saper riconoscere chi ecosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, edargli spazio.
Caro blog, me sa che ho scelto il modo più difficile...mannaggia a me!La solita testona...