Magazine Diario personale

Le competenze servono. L’improvvisazione non è un bene, mai.

Da Chiara Lorenzetti

Come forse molti di voi sanno, sono restauratrice, titolare di Chiarartè ( qui il sito  e a lato del blog la pagina facebook) .

Sono quindi attenta all’arte e al suo restauro e non riesco a rimanere impassibile leggendo la notizia che il Colosseo, sul quale si sta effettuando un’importante opera di pulitura e restauro, sia stato affidato a due ditte edili (Ghe­rardi / Aspera) e non a ditte di restauratori. Un gruppo di settanta restauratori sta seguendo il lavoro e pare che il risultato sia indecente: più che una pulitura, un vero sbiancamento. ( qui la notizia ) 

Colosseo

Non riesco a rimanere impassibile per diversi motivi
1) i restauratori stanno da anni lottando contro o a favore di un bando fantasma che un giorno c’è, il giorno dopo non c’è più, un altro ancora torna, ove il restauratore che per anni ha lavorato con le opere d’arte deve dimostrare di avere le carte ( intendo proprio carte, non competenze e professionalità o talento o bravura) per esserlo alle soprintendenze per le quali ha lavorato e lavora.
2) i restauratori affrontano percorsi di studio e lavoro ben differenti da altri professionisti e quando si tratta di dover restaurare un oggetto, occorre un restauratore. E’ come se uno avesse male ai denti e invece che dal dentista andasse a farsi curare da un anestesista. Certo una parte degli studi può essere simile, ma non la tecnica e le conoscenze.
3) tutti sono diventati bravi in tutto, basta che costi poco. Un edile sarà anche bravo a fare case, ma non a toccare una pietra antica. Siamo tutti multitasking, tuttologi del tutto: è come dire che uno che ha solo la terza media si mettesse a fare il direttore di una università.
4) quello che conta è la gara al ribasso, al prezzo stracciato e non importa che il risultato sia uno schifo o sia improvvisato.

Le competenze servono, studiare serve e non si può improvvisarsi capaci in tutto. Occorre umiltà e la si ottiene solo con una profonda professionalità. E non dico solo nel restauro, ma in tutto.
Tutti bravi a fare tutto, ma sarà poi vero?
O sarà solo che abbiamo di fronte una massa omogenea di gente che non sa nulla e quindi apprezza tutto senza distinzione?

Chiara

 


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