Magazine Informazione regionale

Le condizioni per la convivenza

Creato il 17 settembre 2012 da Gadilu

Prima di scrivere qualcosa sulla nuova legge riguardante la toponomastica locale,  vorrei svolgere qualche breve, anzi brevissima considerazione su un meccanismo di pensiero bene esplicitato da questo commento:

Die tolomeischen und post-tolomeischen Erfindungen stehen für mich erst gar nicht zur Diskussion. Diese Namen wurden erfunden, um der Welt (und auch den Italienern) ein falsches Bild von unserer Heimat vorzutäuschen. Da reicht es nicht die echten Namen wieder amtlich zu machen. Die Lügen müssen ihre Amtlichkeit verlieren. Erst ab dem Zeitpunkt sind auch die zugewanderten Italiener in Südtirol angekommen. Da fängt für mich das friedliche Zusammenleben erst an. Zuerst ist die Geschichte aufzuarbeiten und dann kann man gemeinsam nach vorne blicken, eine gemeinsame Zukunft aufbauen. Wenn eine Seite an Geschichtsfälschungen festhält wird das nie gelingen.

Da questo commento dunque rileviamo sinteticamente che:

1) Una discussione sulla conservazione dei nomi creati da Tolomei (e anche quelli creati successivamente in lingua italiana) non si pone.

2) Quei nomi furono inventati allo scopo di falsificare l’immagine di questa terra.

3) In quanto falsi, questi nomi non possono ambire a nessuna ufficializzazione.

4) Soltanto quando questi nomi saranno cancellati, solo allora per gli italiani sarà possibile pensare di essere “arrivati” in questo territorio e si potrà cominciare a “convivere”.

5) Solo dopo aver rielaborato la storia (il che, in questo caso, significa cancellarne alcune tracce) sarà possibile guardare avanti.

Un commento di questo tenore – pubblicato, lo vorrei precisare, non su un sito di fanatici estremisti, ma su quello dei cosiddetti secessionisti post-etnici – parla un linguaggio chiaro, ma forse non così chiaro da evitare di poter essere a sua volta commentato come segue:

1) Chi non accetta di discutere anche e soprattutto di questi temi evita la strada del confronto e sceglie quella del conflitto.

2) I nomi inventati da Tolomei non furono inventati (ma parlare di “invenzioni” è una semplificazione: alcuni furono semplicemente riattualizzati) allo scopo di “falsificare”, ma di ristabilire la “verità” (ovviamente ciò che agli occhi di Tolomei era la verità). Che si tratti di una verità discutibilissima e persino abietta non deve farci perdere di vista il problema più essenziale (che dunque propongo in forma di domanda): sono esclusivamente certi nomi a determinare la verità di un  luogo e la varietà dei modi con i quali essi possono venir percepiti?

3) Questi nomi “falsi” sono stati per lungo tempo gli unici nomi “ufficiali”. Dunque l’ambizione di ufficialità è stata soddisfatta per anni. Penso non sia difficile da capire che un conto sarebbe non consentire l’ufficializzazione a dei nomi che non l’hanno mai avuta, un altro togliere ufficialità a dei nomi che quell’ufficialità la possedevano e la possiedono.

4) La formulazione può essere tradotta così: soltanto rinunciando alla propria identità (che sciaguratamente è anche legata e concretata in quella manciata di nomi compromessi con una certa storia), per gli italiani sarà possibile assumere la forma d’individui pienamente forgiati dai criteri identitari messi loro a disposizione dalla popolazione di lingua tedesca del Südtirol. E solo dopo che sarà avvenuta questa “conformazione” si potrà parlare di “convivenza”.

5) La parola rielaborazione qui significa in realtà “giudicare”. Soltanto chi è in grado di “giudicare” il passato può avere futuro. E questo passato può essere giudicato soltanto assumendo l’unico punto di vista possibile dell’unico possibile giudicante: la popolazione di lingua tedesca del Südtirol.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog