Le contraddizioni dell’autopromozione di Arvedi e del suo auditorium “capolavoro della musica”. L’ingegnere acustico Toyota farà una nuova sessione di prove. Che forse qualcosa ancora non funzioni a dovere? Ci saranno ritocchi?

Creato il 22 luglio 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Venerdì 13 luglio è uscito sul giornale degli agricoltori, ma anche di Arvedi, un preoccupante paginone sull’Auditorium che si trova dentro il museo del violino. Alle pagine 16 e 17 si poteva leggere un articolo richiamato in prima pagina, dove viene scritto che l’Auditorium si conferma un “gioiello per la  musica”. E chi lo conferma è il suo progettista stesso! Si autocontrolla e si autopromuove il progettista Yasuhisa Toyota. Bravissimo: tesi, antitesi e sintesi compiute da una sola persona!

Toyota, ingranando la quarta, come si diceva prima che inventassero la quinta, afferma anche si tratta di “un risultato che premia gli sforzi e la determinazione del presidente Giovanni Arvedi”, giusto complimento dal progettista controllore di stesso al committente. E lo stesso Arvedi si lancia in una riuscita battuta: la sala può definirsi “molto democratica” perché il suono giunge ugualmente nitido in ogni posto. Non ci saranno ascoltatori in posizione privilegiata. Tutti riceveranno il suono nello stesso modo. Zitti e buoni. Peccato nella democrazia il cittadino abbia un ruolo attivo e che la metafora non regga: tanto era una battuta.

In prima pagina Zanolli si contiene. L’Auditorium è un gioiello, ma “per la musica”…

A pag. 16 il grande titolo: “Ecco il capolavoro della musica”, che non è la Nona sinfonia di Beethoven ma l’auditorium di Arvedi. L’autore dell’articolo è il direttore del giornale, Vittoriano Zanolli. Si può parlare di sviolinata, di adulazione. L’auditorium non ha mai aperto, non sembra nemmeno in grado di ospitare la Sinfonia dei Mille di Mahler, però è già un “capolavoro della musica”, come un’opera d’arte, una sinfonia, un’opera lirica, non un capolavoro “per” la musica, ma addirittura “della musica”. L’auditorium è musica, è dell’editore e proprietario che lo dona al sindaco e il direttore del giornale, anche lui come Toyota nominato da Arvedi (e altri proprietari) l’ha già definito “capolavoro”. Dalla foto si capisce che è un auditorium per musica da camera, genere di grandissimo valore e purtroppo poco seguito, se non dagli appassionati, pochi e musicalmente educati. La musica sinfonica sembra impossibile come anche quella lirica. Forse vuol dire che alcuni concerti si faranno all’auditorium e altri al Ponchielli. Quindi la musica seria qui e la musica commerciale al Ponchielli? Se ce lo spiegano tanto meglio. 

Preoccupa il metodo di lavoro del giornale La Provincia, decisamente schiacciato dal più potente dei suoi proprietari. Compare il sindaco Oreste Perri che può parlare pochissimo e solo per ringraziare il cavaliere. Il progettista viene elogiato dal direttore del giornale perché ha esaudito i desideri dell’editore, che voleva un auditorium a forma di tulipano. Pare che si parli di un cartone animato dove il buon mago realizza ogni desiderio del sultano.

Poi il sindaco garantisce che “la piazza è rinata grazie al cavaliere”. E Perri insiste nel definire “opera d’arte” il museo del violino “che ospiterà altre opere d’arte”.

Si prosegue in un clima di sottomissione e di adulazione estatica. Il titolo della pagina 17 è infatti “Percezione ideale in ogni posto”. Arvedi: una sala ‘democratica’. (grazie  al titolista per la virgoletta).

I titoli riprendono cautamente le stesse parole del proprietario e tutt’e due le pagine lo esaltano, lui e chi ha saputo accontentare i suoi meravigliosi desideri.

Un pezzo di Roberto Codazzi nel taglio basso di pagina 17 sviluppa il concetto. Il titolo è “Spazio per concerti dal suono perfetto”. Un catenaccio (ma ce ne sono tanti nelle due pagine e molto pesanti): “L’acustica della nuova creazione è senza pecche ed è il massimo per le incisioni discografiche”. L’articolo spiega che questo auditorium è molto meglio dell’Auditorium Paganini di Parma, progettato da Renzo Piano. Ed è anche democratico.

L’articolo di v.z., in fondo, a pagina 17, afferma che a settembre Toyota farà “un’altra sessione di prove più minuziose di quelle che si sono appena concluse”. Allora non è sicuro di quel che ha detto Toyota? Una frase simile rovina tutto. Forse c’è qualcosa che non va: il gioiello è incrinato? Potrebbe essere questa la vera notizia ma viene gettata lì senza precisare nulla. E v.z. insiste sulla presenza del capo dello Stato, in occasione dell’inaugurazione del museo del violino, a marzo. Ma sul sito del Quirinale, per marzo, non c’è traccia di un appuntamento a Cremona.

A pag. 16 compare l’ appello: “Musicisti, venite a provare la sala”, appello dal carattere ambiguo. Occorrono prove per mettere realmente a prova la sala ed eventualmente apportare correzioni o prove per convincere adepti del “capolavoro della musica” che ne diffondano il verbo?

Non si conosce il progetto scientifico del museo. Sarà probabilmente un museo con auditorium dedicato agli appassionati del genere cameristico, un luogo intimo e di grande interesse, ma chi pagherà il conto della gestione? Restano le solite domande ma sappiamo che non risponderanno se non quando farà comodo a lorsignori. O forse mai.

Dunque, malgrado lo strano modo di fare del giornale La Provincia, che potrebbe semplicemente dare le notizie invece di preoccuparsi innanzitutto di elogiare il proprio editore confondendoci le idee, i cultori di musica potranno captare dal tulipano magico di piazza Marconi una profumata opportunità . Se ce l’avessero spiegato dei musicisti, anche lo stesso architetto Giorgio Palù, appassionato di musica classica sin dalle scuole medie Bertesi frequentate a Soresina, e oltre al sindaco anche altri esponenti del Comune di Cremona o enti collaterali comprese Fondazioni, e non tutti sulla stessa canoa elettorale, sarebbe stato più utile.

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