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Le coppie infertili minano le basi del matrimonio?

Creato il 22 settembre 2013 da Uccronline

Famiglia 3Il matrimonio naturale, di cui parla l’articolo 29 della nostra Costituzione, non può essere assimilato ad un cosiddetto “matrimonio omosessuale”, perché manca in maniera intrinseca l’orientamento alla fecondazione e alla procreazione, che rimane un fine fondamentale della società naturale chiamata famiglia e fondata sul matrimonio.

Gli epigoni dell’Arcigay e di Franco Grillini vorrebbero modificare la Costituzione per estendere anche a loro il matrimonio, così come vorrebbero fare le comunità poligamiche, numerosi praticanti dell’incesto e diverse coppie minorenni. Tutte categorie per cui il matrimonio non è previsto. Altri invece, come l’ex presidente dell’Arcigay, Tommaso Cerno, invitano gli omosessuali ad andare «al di là dal matrimonio classico borghese, che peraltro contiene in sé la parola ‘madre’ alla quale la cultura omosessuale è tendenzialmente estranea».

Chi vuole violentare la Costituzione per introdurre i propri desideri, frequentemente usa un argomento apparentemente efficace per smentire che il matrimonio implica l’orientamento alla procreazione (ignorando la parola stessa, come dice Cerno, cioè “matrimonio”, “matris”, madre). Questo argomento è la questione della sterilità: se le coppie eterosessuali infertili possono sposarsi, allora la capacità di procreare non è un prerequisito essenziale per il matrimonio. Pertanto, dicono, anche agli omosessuali dovrebbe essere consentito di sposarsi, esattamente come le coppie sterili eterosessuali. Queste affermazioni sono ragionevoli soltanto se non vi è alcuna distinzione tra la sterilità delle relazioni omosessuali e la sterilità di una coppia eterosessuale sterile.

Eppure è abbastanza semplice far notare la differenza che invece sussiste: mentre le relazioni omosessuali sono essenzialmente sterili, alcuni rapporti eterosessuali sono solo accidentalmente sterili. Ovvero, l’infertilità di alcune coppie eterosessuali va vista come un’eccezione e non può pregiudicare in alcun modo il significato del matrimonio contratto nella normalità, cioè quando entrambi i coniugi siano in salute. Il potere di procreare, nel caso delle coppie eterosessuali (sempre) accidentalmente sterili, non si può esprimere per un motivo, spesso temporaneo, che è dovuto a problemi di salute. In gran parte dei casi l’infertilità delle coppie eterosessuali è curabile, ad esempio tramite la Naprotecnologia o un intervento chirurgico. La sterilità delle coppie omosessuali, invece, non è un’eccezione, non è una patologia e non è dunque curabile, poiché la natura (o la Natura) ha originariamente deciso di donare la fertilità soltanto alle coppie sessualmente complementari. Le eccezioni confermano la regola.

Ancora: le coppie eterosessuali infertili rimangono sempre potenzialmente procreative, mentre le coppie omosessuali non possiedono e non possiederanno mai alcuna potenzialità procreativa. L’amore omosessuale è essenzialmente sterile, mentre l’amore eterosessuale sarà sempre potenzialmente procreativo, anche per le coppie che hanno superato una certa età. La coppia omosessuale e quella eterosessuale si diversificano dunque fin dalle fondamenta ed è la legge ad imporci di trattare in modo eguale situazioni uguali ed in modo diverso situazioni diverse.

La famiglia è la cellula della società perché è il luogo del ricambio generazionale, della conservazione della società stessa. Il matrimonio allora è un bene non solo importante, ma essenziale per la sussistenza della società stessa e dunque è antecedente ad essa, immodificabile dalla legge.

La redazione


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