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Le cose non dette

Da Fishcanfly @marcodecave

A centocinquant’anni dall’Unità d’Italia, mi guardo intorno. 2 giugno, e scopro che ad essere in crisi non è il patriottismo nè men che meno la Repubblica. Un’altra repubblica è in crisi, un’altra unità, ed è quella degli esseri umani. Perché prima che cittadini, prima che soldati, prima che elettori, noi siamo fratelli, siamo esseri umani.

Non è delle guerre che mi preoccupo. “Scendi – mi dirà qualcuno al citofono – è scoppiata la Rivoluzione!” “Aspetta, non so – risponderò – fammi fare colazione!”

Cosa succede se il più grande conflitto mondiale è già esploso ed è dentro di noi, nelle nostre teste, nei nostri cuori?

Le cose non dette

Noi siamo alieni a noi stessi: alla fine tutto è perduto. La terra desolata di Eliot non promette più lillà nel mese di aprile e le ore si fanno crudeli. Gli uomini giocano partite a scacchi, normalmente intorno al sesso, o ai soldi, o al potere.

Se c’è una cosa che ho sempre odiato sono le cose che le persone non dicono. Sono quelle le granate che esplodono più vicine ai nostri orecchi, che rischiano di farci diventare sordi, insensibili a nuovi suoni.

Le cose non dette

Con la speranza ci si fa poco, sostiene Monicelli e qualche altro ateo, ma se la speranza muore, cosa diventa la nuda azione? Un mero susseguirsi di calcoli che conduce a due tipi di risposta: vittoria o fallimento. Un sistema binario che ci tiene in scacco e ci impedisce di fare mosse non previste dal sistema, fuori dalle regole del gioco.

Per calpestare le aiuole ogni tanto, occorre tornare a riporre fiducia nella speranza. Speranza non vuole dire “inerte attesa”, ma fervida preparazione di un senso. Di qui a … Dio, il passo è breve. Non abbiamo paura. Perché dovremmo avere paura?

Una volta per tutte, c’è una linea di demarcazione. Ed è questa la scelta più grave che siamo chiamati a fare. Chi non è con me, è contro di me, disse un tale…

Attraverso la spada che recide, noi troviamo la ferita che è possibile ricucire. In una visione chiara che compendia l’armonia degli opposti e le analogie strutturali dell’universo, le porte della conoscenza si dischiudono e percepiamo ciò che non è vero e non è falso, poiché non è soggetto a dimostrazione. Ma mostra il sè in un’asettica ragione dell’essere. Proprio come i romani: si vis pacem, para bellum. Cercavamo la coerenza, ma dovevamo notare le incronguenze che ci rendono vivi.

Oggi è facile essere atei. La maggior parte di noi non si cura neanche della differenza tra agnostici e atei. Non ce ne frega proprio niente. Questa è la buona notizia. La cattiva notizia è che non ce ne frega niente di noi stessi.

Tutto ciò va ben al di là di una scelta di fede o non fede: questa è questione puerile che lascio in superficie. Nell’abisso c’è altro: abbiate occhi per vedere.

Non è solo un richiamo alla sincerità, ma un imperativo a ESSERE.

Le cose non dette
avanza dalle tenebre perché attratto dalla luce

I sentimenti non sono un gioco a scacchi. Assomigliano piuttosto alla lotta libera e senza regole. Chi gioca a scacchi con i sentimenti è il primo a perdere.

E chi lotta? Vince?

L’importante non è vincere. L’importante è “provare un sentimento, sentirsi vivi”.

- Dispersioni , Anonimo del XX sec.



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