Eddard Stark sul Trono di Spade
Solitamente, dopo una serata passata a sorseggiare birra e parlare di calcio, politica e ricordi con gli amici più cari, si decide di andare a dormire e lasciare che il mondo aspetti fino all’indomani per tutto il resto, si tratti di vita, morte o perché no? Anche di miracoli.
Il sottoscritto invece non trova nulla di meglio da fare, che ascoltare Dark Side Of The Moon dei Pink Floyd e scrivere de “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco Volume I” – raccolta dei primi quattro sui nove libri tradotti in italiano ed editi Mondadori riguardanti la saga fantasy sul “Trono di Spade”- scritti da quel genio di scrittore e sceneggiatore di R.R.Martin e da cui hanno è stata tratta una fortunatissima serie televisiva (trasmessa in Itallia a Sky) che ha Martin come sceneggiatore ed ha mantenuto, anche nella versione italiana il titolo originale della saga “Game of Thrones”.
Premetto che sono venuto a conoscenza di Martin, o meglio di questo enorme lavoro letterario che è Le Cronache del ghiaccio e del fuoco, per gentile concessione e consiglio del saggio ed esperto Michele Paolino, che in un freddo giorno di fine Novembre, ebbe la quanto mai folle idea di consigliarmelo.
Sì, la sua idea fu folle poichè Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco crea dipendenza; è uno di quei libri cui ti approcci con ampia diffidenza perché quando hai letto Asimov e Tolkien o Bradbury ed Orwell (anche se ad onor del vero Asimov e Bradbury sono più sul fanta-scientifico), il fantasy impregnato di umanistica assume un significato diverso e chiunque si cimenti in questo genere sembra essere sempre un novellino o comunque poca roba, rispetto a cotanti giganti.