Credo sia esperienza di tutti che le decisioni veramente complesse sono quelle che hanno un certo grado di incertezza. Promuovere o meno una persona, aprire una nuova linea di servizi, modificare i sistemi premianti, ecc. Nel prendere queste decisioni per quante analisi tu possa fare c’è una gran parte del risultato che dipende dal fattore “C” (C di fortuna
Facciamo questa considerazione: se i risultati in situazione di incertezza possono essere figli o meno del fattore “c” a prescindere dalla correttezza o meno del tuo processo decisionale (analisi dei fatti, criteri, alternative, ecc.) vorrà dire che possiamo trovarci in 4 possibili situazioni
1) Risultato Ok Processo decisionale Ok –STAR-
2) Risultato Ko Processo decisionale Ko –ECLISSI-
3) Risultato Ko Processo decisionale Ok –Fattore S-
4) Risultato Ok Processo decisionale Ko –Fattore C-
Nella situazione STAR (Risultato Ok Processo decisionale Ok) Siamo tutti contenti e continuiamo così
Nella situazione ECLISSI (Risultato Ko Processo decisionale Ko) il risultato negativo è un allarme lampante che ci porta ad analizzare gli errori decisionali. Ho l’opportunità di imparare dall’esperienza sempre che il capo/contesto me lo permetta.
Nella situazione FATTORE S come precedentemente ho un allarme dal risultato ma devo sperare di avere un capo che guardi oltre a questo tenga conto della S (sfiga) e con le sue reazioni non distrugga la propositività e la capacità di prendere decisioni da parte dei suoi collaboratori.
La situazione FATTORE C è la più pericolosa. Non avendo nessun riscontro negativo non metto in discussione il mio processo decisionale e magari sono anche promosso….Il problema è che la fortuna per definizione “gira” e se costantemente non rivedo (perché obbligato dai risultati o perché allenato a farlo) il modo in cui ho preso le decisioni e non imparo dall’esperienza prima o poi farò un brutto tonfo! In definitiva finiremo a provare ad azzeccare invece di decidere ma il nostro lavoro è fare il manager e non il mago Otelma!
Morale del post:
Non si possono giudicare le decisioni solo dai risultati. Potrei aver deciso bene ma le conseguenze non sono quelle previste o viceversa
Le trappole
1. Se non permettiamo ai nostri collaboratori di sbagliare e li penalizziamo per decisioni corrette questi non decideranno più e quindi le prossime volte non penseranno al bene dell’azienda ma ad evitare i rimproveri del capo
2. Dal tempo in cui prendi una decisione a quello in cui si manifesta il risultato spesso ne passa di acqua sotto i ponti. Non possiamo giudicare le decisioni utilizzando informazioni non disponibili al momento della presa di decisioni, questo sarebbe scorretto verso i collaboratori e altamente demotivante per gli altri e per noi.
Conclusioni
· Decidere bene non significa sempre che si conseguiranno i risultati sperati
· Tu apprendi molto di più ragionando sul processo con il quale hai preso le decisioni che dal risultato in sè
· Per migliorare il modo in cui si prendono le decisioni si deve imparare dall’esperienza, attenzione quindi alle situazioni “C” ed “S”
· Non disprezzare il fattore “C” almeno a me è servito e serve tuttora…
Buone decisioni
Ugo
PS il post è stato elaborato a partire dal libro “Iceberg in vista” del Prof. Arino (IESE)
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