Titolo: Le difettose
Autore: Eleonora Mazzoni
Editore: Einaudi
Anno: 2012
"Nei reparti di Procreazione medicalmente assistita la vecchiaia arriva improvvisa come un gancio che ti stende al tappeto. Qui non ci sono sconti. Che possiamo procreare fino a età avanzata è una balla, un business per spillare soldi a nullipare attempate e infelici. Ho trentanove anni e due mesi. Ogni volta che entro da questa porta me lo ricordo. E mi sento spacciata"
Chi parla è Carla, ricercatrice universitaria, amante di Seneca e di Marco, l'uomo che condivide con lei la vita, donna intelligente e colta, indipendente e forte, tuttavia incapace di mettere al mondo un figlio. Ed è intorno a questo nodo che si srotola la narrazione, portando in superficie le ansie e le paure di molte altre donne come lei, distrutte dalla diagnosi di sterilità, ma decise a lottare per sconfiggere tutti gli ostacoli fisici e psicologici che impediscono la realizzazione del loro sogno.
Grazie a una scrittura frizzante, densa di ironia e avvolta dalla saggezza consolatoria della cultura latina, la scrittrice Eleonora Mazzoni riesce a condurci in un mondo sconosciuto, che è quello della PMA (Procreazione Medicalmente Assistita), popolato da donne "difettose", che si sottopongono a pesanti cure mediche, fatte di punture in pancia, anestesie totali, montagne di esami e non solo. Carla, come molte altre donne, attraversa un percorso accidentato, punteggiato da tentativi non riusciti, aborti, frustrazioni, e a quasi quarant'anni sente che il tempo è scivolato via troppo in fretta e non riesce a darsi pace per aver tergiversato con uomini sbagliati o con lavori poco soddisfacenti, mentre il suo orologio biologico andava avanti inesorabile e crudele.
"Il mio tempo si è assottigliato di botto senza che me ne rendessi conto. E' diventato fino fino, e ora mi sta stretto come un abito di due taglie più piccolo. Ma dove l'ho buttato, che adesso mi sento in ritardo su ogni cosa? [...] Giuro che nella prossima vita mi faccio mettere incinta a quattordici anni dal primo che mi capita sotto tiro."
Questa, tuttavia, non è la storia di una donna sterile. Non solo.
Carla è immersa in una comunità di donne che si autosostiene , donne conosciute in una sala d'aspetto d'ospedale, o in un forum sul web, che offrono vicendevolmente il proprio appoggio nei momenti di sconforto e che fanno il tifo quando qualcuna ce la fa. Sono donne escluse dal mondo felice della maternità, quella che spesso capita per caso, senza fatica, come madre natura comanda. Sono donne che vivono sul proprio corpo, sulla propria pelle, la sconfitta della propria appartenenza di genere e che non riescono ad arrendersi a una tale tragica sentenza. Qualcuna ce la fa a realizzare il proprio sogno, qualcun'altra no, ma il senso di tutta la narrazione si ritrova nel percorso di guarigione che Carla si trova ad attraversare, abbandonando alcuni desideri e scoprendone altri e, soprattutto, trovando la forza di andare avanti anche, e soprattutto, grazie alle sconfitte.
Eleonora Mazzoni, al suo primo esordio come scrittrice, ci regala un romanzo decisamente convincente, scritto con passione e vivacità. Il tema affrontato, poco conosciuto e delicato, viene raccontato con ironia e profonda umanità, senza fronzoli o giudizi.
Così la scrittrice parla della genesi del romanzo:
"Il romanzo, pur non essendo autobiografico, nasce dalla mia esperienza di non riuscire ad avere il figlio che desideravo e di tentare di porre rimedio ai difetti della natura grazie alle tecniche di procreazione assistita. In questo mio personalissimo viaggio ho scoperto un mondo "popoloso" (ormai una coppia su quattro soffre di problemi legati all'infertilità), trasversale dal punto di vista sociale, culturale, geografico e anagrafico, vitalissimo, eccentrico, ricco di storie ma ancora poco raccontato. In più mi sembrava di avere la possibilità di riflettere anche sul grande tema dei desideri. Sulla difficoltà di esaudirli, sul perché li perseguiamo e pagando quali prezzi, perché e quando li abbandoniamo. Perché la nostra volontà non basta a realizzare quello che ci prefiggiamo. E che rapporto instauriamo con quell'imponderabile che regola le vicende umane, che possiamo chiamare sorte, destino, karma, Dio. O fortuna, come lo definivano i latini, tanto amati da Carla, la mia protagonista."
(http://www.libreriamo.it/a/5199/eleonora-mazzoni-il-mondo-della-fecondazione-assistita-e-infestato-da-pregiudizi.aspx)
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