La cosa grave è che in alcuni casi sono simpatiche, e quindi non te ne accorgi subito del fatto che ti stanno fregando. Le donne monnezza possono essere anche profumate e benvestite, ma adorano crogiolarsi nella spazzatura. Ancora di più però adorano buttartela addosso, e usarti come cestino dei rifiuti.La loro vita di fatto è una continua ricerca di bidoni e cassonetti in cui riversare tutta la loro inesauribile merda: ben camuffata, lavorata ad arte, aromatizzata ma che, una volta a galla, non può nascondere la sua natura fecale.
Ti telefonano, ti vengono a trovare a casa, ti piantonano l’ufficio: non importa quale sia la metodologia di stalking, ma lo scopo è quello di appendersi al tuo orecchio e intasarlo di parole, dubbi, sofferenze, problemi e afflizioni. Così, giusto per succhiarti il sangue. Perché le donne monnezza non hanno bisogno di sostegno, consigli, supporto emotivo o aiuto pratico: hanno solo bisogno della tua energia.
Le loro dinamiche parassitarie non prevedono cambiamenti o miglioramenti della loro condizione, perché per non snaturarsi hanno bisogno di alimentare continuamente la spazzatura in cui vivono.
E non importa se si tratta di disastri sentimentali, sanitari, famigliari, lavorativi o chissà cosa: nonostante le lamentele di cui ti sommergono, non faranno mai niente per cambiare la situazione.
Anzi, i tuoi consigli tenderanno ad irritarle parecchio, e le motivazioni addotte potrebbero essere le seguenti:
• se mi ami, mi ami anche così, altrimenti che amica del cazzo sei?
• sei sempre la solita saputella
• tu non puoi capire
Ma ricordatevi che una persona che non fa niente per curarsi (il cuore, la testa o il corpo), difficilmente merita il vostro tempo o i vostri consigli, ma sicuramente mai merita i vostri sensi di colpa.
Personalmente mi è capitato diverse volte di avere a che fare con queste zecche emotive: sono stata ad ascoltarle, talvolta per anni, poi solo per mesi (ho ottimizzato i tempi di riconoscimento e individuazione del parassita). Ora, in nome dei rapporti sani e bilaterali, sono diventata discretamente brava a smarcarmi dalla figura di cestino dei rifiuti e a dire “no, basta, non mi interessa più”.
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