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Le donne nello sport

Creato il 23 marzo 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

L’8 marzo è stata istituita nel 1909 negli USA la Giornata Interazionale della Donna. Questa ricorrenza vede quasi ogni città animarsi di eventi di ogni tipo, e una delle tipologie di manifestazioni più sfruttate è sicuramente quella dedicata al mondo dello sport, rigorosamente al femminile. “Praticare lo sport è un diritto dei cittadini di tutte le età e categorie sociali”, dichiara la Carta dei principi dello sport per tutti. Nonostante l’attuale esistenza di figure femminili di spicco nel mondo dello sport di ogni tipo, la donna non ha sempre avuto la possibilità di cimentarsi con le discipline più diverse.

Sport femminile nell’antichità

Lo sport ha iniziato a incontrare il sesso femminile soltanto pochi decenni or sono, vivendo in precedenza una netta preponderanza maschile.
Nonostante una marginalizzazione della figura femminile molto forte, le donne sono comunque riuscite nel tempo a conquistare ruoli più o meno evidenti nelle più diverse discipline sportive, anche se la canonizzazione e la fine dell’esclusione delle donne dalle attività fisiche risale solo all’inizio del XX secolo.
Vi sono delle testimonianze, come il mosaico soprannominato “Le fanciulle in bikini” (IV secolo) di Villa del Casale a Enna, che provano come lo sport fosse praticato dalle donne sin dall’antichità, ma non fu sempre così. Una delle occasioni sportive più importanti della Storia sono sicuramente le Olimpiadi, nate ad Olimpia nel 776 a.C.. Durante quella primissima sessione di gare, che avrebbero dato vita alle competizioni odierne, le sole donne che ebbero la possibilità di partecipare all’evento furono le sacerdotesse; alle altre non fu permesso nemmeno di assistere. La nascita delle Olimpiadi moderne, la cui prima edizione ebbe luogo nel 1896, non vide però alcun cambiamento significativo. De Coubertin non volle infatti rompere la tradizione classica, impedendo alle donne di gareggiare, affidando alla figura femminile il ruolo di semplice portatrice della corona del vincitore. A dispetto del divieto, una donna greca di nome Stamati Revithi partecipò alla maratona, probabilmente sotto il soprannome di Melpomene, nonostante non fosse un’atleta ufficiale. Apparentemente, fu estromessa dalla gara a causa dello scadere della richiesta per la partecipazione, ma si sospetta che la vera causa della negazione fu proprio la sua sessualità. Melpomene partecipò comunque, anche se la sua gara terminò ben prima dello stadio Panathinaiko; alcuni ufficiali dell’esercito greco la fermarono a Parapigmata.

Lo sport agonistico: le Olimpiadi

Da quel primo esempio di sport al femminile, il mondo è sicuramente andato avanti e le campionesse in moltissime discipline non mancano. Tuttavia, come ricordato, per vedere la partecipazione della figura femminile in competizioni sportive è necessario aspettare l’avvento del Novecento. Verso la fine dell’Ottocento nascono le prime manifestazioni femministe, che vedono un forte incremento dell’attività sportiva tra le donne.
La prima Olimpiade aperta alle donne fu quella di Parigi del 1900. La prima campionessa olimpica della storia sarà Charlotte Cooper, che si distinguerà per la vincita di cinque titoli individuali a Wimbledon. Nel 1921, la francese Alice Milliat fondò la Federazione sportiva femminile internazionale, per far sì che venissero riconosciute le donne campionesse di sport a livello agonistico. Nello stesso anno, le Olimpiadi di Amsterdam daranno spazio anche alle atlete. Il 1922 e il 1926 furono gli anni dei Giochi mondiali femminili, una risposta delle donne ai classici Giochi Olimpici, che si tennero a Parigi e a Göteborg, smentendo le parole di De Coubertin del 1912 alle Olimpiadi di Stoccolma riguardanti le atlete delle gare di nuoto: – Un’Olimpiade femminile non sarebbe pratica, interessante, estetica e corretta.-
Un’altra rivoluzione nella storia delle Olimpiadi risale al 1996 ad Atlanta, quando per la prima volta potranno partecipare ai Giochi anche le donne musulmane. Nel 2012, invece, le atlete del Qatar parteciperanno per la prima volta dal 1984 e la giovane ragazza afgana Sadaf Rahimi vincerà la prima medaglia di pugilato al femminile, disciplina introdotta solo dal 2009.

La Carta Europea delle Donne nello Sport

La Carta Europea dei diritti delle donne nello sport fu ideata e promossa dalle Donne Uisp (Unione Italiana Sport Per tutti), insieme ad atlete e giornaliste, nel 1985. Lo spirito che pervade la Carta è ben chiaro sin dalle prime righe dell’introduzione:
-La Carta Europea dei Diritti delle Donne nello Sport è indirizzata alle organizzazioni e alle federazioni sportive, a tutti gli sportivi, ai gruppi di tifosi, alle autorità pubbliche, alle istituzioni europee e a tutte quelle organizzazioni che possono avere un impatto diretto o indiretto sulla promozione dello “sport per tutti”, in particolare per incentivare campagne a favore delle pari opportunità fra donne e uomini nello sport.-
La Carta mette in luce le disuguaglianze nell’ambito sportivo emerse nel tempo tra uomini e donne, indipendentemente dalle ovvie differenze fisiologiche tra i due sessi, cercando di ottenere una vera parità tra uomo e donna in campo sportivo. A marzo 2014, la Camera approvò una mozione che obbliga le istituzioni a prendere atto delle effettive istruzioni della Carta, facendo sì che fossero attivate “tutte quelle iniziative economiche e normative necessarie affinché vi sia una effettiva promozione delle pari opportunità nella pratica sportiva, nella fruizione paritaria degli impianti sportivi, nella ricerca di strumenti utili a promuovere la partecipazione femminile alle varie discipline sportive e ai processi decisionali attraverso l’inclusione delle donne nelle posizioni di dirigenza degli organismi federali delle varie discipline sportive”.

Tags:Carta Europea dei diritti delle donne nello sport,donne,olimpiadi,sport Next post

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