Le smart drug sono in realtà sostanze nootrope, parola che viene dal greco noos (mente) e tropeis (sorvegliare), che stimolano la mente umana. Sono conosciute inoltre come sostanze in grado di aumentare le capacità cognitive dell’essere umano e i suoi processi mnemotecnici. In questa tipologia di sostante troviamo droghe (intese come sostanze con potenziale di abuso), supplementi nutrizionali e composti che si trovano negli alimenti. Queste sostanze hanno effetti sulle aree funzionali come la mnesis (memoria), l’intelligenza, l’attenzione e la concentrazione e vengono oggi giorno prescritte a persone affette da malattie degenerative quali l’Alzheimer e il Parkinson, che hanno difficoltà a prestare attenzione o iperattività. Hanno inoltre un potenziale come neuro protettori in situazioni di malattie cardiovascolari. I farmaci nootropi aumentano apparentemente il flusso sanguineo cerebrale e diminuiscono il metabolismo del glucosio nel tessuto cellulare adiacente.
La prima sostanza nootropa risale ai primi anni 60, il famoso piracetam, usato prevalentemente su pazienti affetti da Alzheimer e demenze, nonché in apoplessie o problemi vascolari. Le anfetamine sono sintetizzate alla fine del XIX secolo.
Tra gli stimolatori, il meccanismo d’azione delle smart drugs si basa sull’effetto agonista o antagonista sui diversi neurotrasmettitori del nostro cervello. Ampiamente conosciuti sono gli stimolatori che rientrano nella classe farmacologica delle anfetamine che agiscono principalmente di forma duale sui neurotrasmettitori androgenici e dopaminergici. Probabilmente sono le sostanze meglio comprese sia dai pazienti che dalla comunità medica. Tra loro troviamo il modafinil (usato nella narcolessia), l’efedrina e la metanfetamina tra i tanti. La nicotina o gli analoghi piracetam agiscono principalmente sull’acetilcolina (con un ruolo molto importante sulla memoria e la concentrazione).
Gli agenti serotoninergici sono relazionati con la depressione. Nonostante al giorno d’oggi sappiamo che tutto è molto più complesso del relazionare un neurotrasmettitore a un disturbo o a un’area del cervello. Tra questi vogliamo mettere in rilievo al precursore triptofano che troviamo spesso negli alimenti e nei famosi antidepressivi chiamati inibitori selettivi della ricaptazione di serotonina, come il citalopram, la fluoxetina, la paroxetina, ecc.
Tra le vitamine e gli integratori che agiscono sulle capacità congitive troviamo la vitamina B, gli acidi omega 3 e le isoflavone che si trovano nelle piante leguminose. Altre sostanze che troviamo in natura sono il ginkgo biloba, la cocaina, la caffeina, la teina e le xantine presenti nel cioccolato.
Per capire a pieno come funzionano queste sostanze dobbiamo imparare a capire il nostro cervello. Nel processo di apprendimento vengono stabilite connessioni nervose tra i nostri neuroni in modo tale che possano immagazzinare l’informazione appresa. Questo fenomeno prende il nome di plasticità neuronale. Siccome non creiamo neuroni nuovi, sono le connessioni neuronali che hanno questo ruolo sia a livello di sinassi chimica che elettrica.
La scienza avanza con l’obiettivo prioritario di curare malattie e migliorare la qualità di vita, nonostante sappiamo che gli interessi economici a volte si dimenticano di questa priorità.
Ara