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Le due anime del Titikaka

Creato il 25 luglio 2013 da Storiediritratti @GianmariaSbetta

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Il sole batte forte sul calmo specchio d’acqua del lago Titikaka. La piccola imbarcazione del capitan Simón fa breccia tra le piante selvatiche che ricoprono questa area dell’immenso lago, e continua il suo lento navigare fino alla prima Isla de los Uros, una delle superfici galleggianti. La vita è molto povera qui, anche la terra sarebbe un bene troppo prezioso. Si galleggia su uno strato di radici e piante. Da 60 anni circa, su a 3800 metri di altitudine.

Capitan Simón conosce bene Wayra , ci fermiamo sull’isolotto per ascoltare le sue storie. Ed al primo passo ci sente un tantino instabili.

Ho subito l’impressione che qui la vita sia rimasta ferma a molti anni fa, il progresso, seppur lento, della società peruviana ancora deve accarezzare queste famiglie. Due bambini si rincorrono, noncuranti del loro abbigliamento sporco. Wayra è il padre di famiglia e regna su quest’isola da lui stesso costruita, dopo aver appreso le tecniche dal padre nella costruzione delle altre 14 isole.
- Ho imparato lo spagnolo a scuola non molto tempo fa – ci dice – ora posso accogliere i viaggiatori a casa mia. Sono orgoglioso di quello che ho costruito in questi anni. Noi Uros amiamo questo lago sacro, non siamo mai andati via da qui.
- Mai? – chiede Florence.
- A Puno (sulla costa) sono andato a scuola ma mai oltre. O meglio, sono arrivato fino in Bolivia una volta, remando per tre giorni con una balsa che ho costruito con piante acquatiche.
- Possiamo provare la balsa?
- Certo, vi porto all’altra isola. Ha un remo solo, abbiate pazienza.
Qui si fa tutto con calma, siamo un popolo pacifico. E sapete perché siamo qui nel lago a vivere? Per scappare dalla contaminazione spagnola delle nostre usanze, delle antiche tradizioni.
- Vi sentite peruviani o indipendenti? – chiedo io, curioso.
- Vedi, ragazzo. Ogni peruviano ha due anime, quella del condor, molto viva negli indios, e quella del toro, portata dagli invasori spagnoli.
Noi qui, in questo lago sacro, viviamo in una pace interiore perché l’antica anima del condor vive in noi e non lascia spazio agli impulsi ispanici.
Siamo indios da sempre, una minoranza orgogliosa delle nostre origini.
Per questo stiamo in mezzo al nulla, lontani da altre civiltà.
Ogni famiglia ha un’isola, l’amore per i nostri figli e i nostri antenati ci fa stare uniti. Il valore della famiglia vince su tutto, anche sul freddo.
Ora torno dai miei bambini, ho promesso loro di portarli a pescare. Li c’è Simon che vi aspetta. Grazie per essere passati, Adiós!
- Adiós Wayra , buona vita.
Io e Florence torniamo sulla barca di Simon, arricchiti di una nuova storia.
Poi, navigando lentamente, ho seriamente pensato di rimanere lì. Ma l’anima del toro ha in qualche modo preso il sopravvento.


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