Le due facce dell'Italvolley tra nuovi arrivi e vecchie conoscenze

Creato il 10 giugno 2013 da Mariellacaruso

Torino, PalaRuffini. Il mio primo incontro annuale con l'Italvolley del nuovo corso. Quella che, anche se il calendario segna ancora 2013 e in programma ci sono World League ed Europei in Polonia e Danimarca, corre già verso Rio 2016.

Nota di colore. La maglia non mi piace. I cognomi sono lasciati alla libera interpretazione a causa della scelta del carattere di stampa. Per chi non ha confidenza con gli azzurri, Cristian Savani potrebbe tranquillamente essere Sauani o Sauanì, uno schiacciatore di origine francese annesso alla nostra nazionale multietnica. E così via dicendo per tutte le V simili alle U e le R che sembrano A.

Note salienti. Delle maglie ci importa poco. Cambiano ogni anno inseguendo le strategie di marketing dello sponsor tecnico. Ci sarà tempo, infatti, per conoscere i protagonisti di questa Nazionale in costruzione. Tanti i nomi nuovi. C'è Thomas Beretta, centrale 23enne non ancora approdato in A, fra i titolari. Nei dodici della World League c'è Matteo Piano, altro centrale appena promosso in A2 con Città di Castello; Michele Fedrizzi, giovane  schiacciatore ex Club Italia che ha concluso a Verona la sua prima stagione di A1; l'opposto Luca Vettori, finalista scudetto con Piacenza nella quale è stato il cambio di Fei; Michele Baranowicz, il vice Travica. Con loro, appunto, Dragan Travica, Cristian Savani, Emanuele Birarelli, Salvatore Rossini, Andrea Giovi. Una Nazionale che a Torino contro la Germania, nella seconda gara della World League 2013, non ha brillato. Soprattutto in difesa, nota dolente di una gara lenta distante anni luce da una partita entusiasmante con gli azzurri distratti e mai dentro le maglie del gioco almeno nei primi due set persi malamente di fronte ad una Germania obiettivamente modesta, ma caparbia nei recuperi e ordinata tatticamente.

Ci vorrà, però, molto di più di quel tiepido risveglio del terzo set contro i prossimi avversari di girone, a partire da Cuba che calcherà lo stesso taraflex del PalaRuffini venerdì 14 giugno. Magari la veemenza e la grinta del finale del quarto, anticipatore del tie break chiuso bene dagli azzurri. Di certo la strada per Mar del Plata, dove si giocherà la Final Six di World League 2013, è lastricata di sassi. Ma, per adesso, Rio 2016 è ancora lontana e gli azzurri, di sicuro, cresceranno.



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