Qualche tempo fa una sera ho accompagnato una cara amica all'appuntamento con un medico che stava in piazza Maria Adelaide di Savoia. Sul marciapiede, davanti a un cassonetto per indumenti e roba usata c'erano uno scatolone pieno di pentole e piatti e due valige di pelle marrone chiara, una più grande dell'altra. Mi sono avvicinata, le ho guardate meglio, una vera meraviglia, come non se ne fanno più, un cuoio stupendo, tutte rifinite a mano e dentro come nuove, avranno fatto si e no due o tre viaggi in tutta la loro vita. La prima cosa che ho pensato è che eravamo in un quartiere chic, col cavolo che in quel della Ghisolfa per strada si trovano cose del genere, poi dopo breve esitazione, visto che erano lì pronte per il macero, me le sono caricate in macchina e me le sono portate a casa. Anche vuote sono pesantissime, impensabile viaggiare oggi con dei mattoni del genere, ti spacchi schiena e mani e poi non hanno neanche le rotelle, però sono bellissime. Se avessi una cassapanca ce le metterei sopra in orizzontale e le riempirei di tutte le vecchie foto che possiedo, ma non ce l'ho. Dopo vari esperimenti ho finito per sistemarle per terra in verticale una accanto all'altra in sala, sotto il pannello di un Fred Astaire che avevo trovato tanti anni fa da un rigattiere. Fred solleva il cilindro e sembra dire -accomodati- a chi entra in casa, mette allegria e per questo mi piace; probabilmente era appeso all'ingresso di un locale notturno perché dietro ci sta scritto Sixteen New York 1960. Le valige e Fred Astaire, trovo che stiano molto bene insieme. Naturalmente ho lavorato di fantasia chiedendomi a chi saranno appartenute. A una vecchia signora che se n'è volata in cielo e si sbaraccano le sue cose? A qualcuno che ha traslocato, va ad abitare in un appartamento più piccolo e dei due reperti archeologici non sa cosa farsene? A un'anziana coppia di sposi? Magari le hanno ricevuto in regalo per il loro matrimonio, una volta si usava regalare il set di valige. Forse ci hanno fatto il viaggio di nozze. Magari avranno pure litigato sul loro destino finale, la moglie romantica non se ne voleva separare perché in fondo sono un ricordo, il marito, più pratico come tutti gli uomini, trova che non servono più, ingombrano e basta. E chissà dove saranno andate? In crociera per le isole del Mediterraneo? A Napoli e in costiera amalfitana? Alle terme di Montecatini? Un tempo non erano frequenti i viaggi esotici in terre lontane. Restano lì mute sul pavimento e non un solo indizio sulla loro storia passata. Queste sono valige che non partiranno mai più, mi sono detta, robuste come sono avrebbero potuto fare il giro del mondo e invece nuove, quasi inutilizzate. Che brutta fine ritrovarsi su un marciapiede, meno male che le ho salvate.
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Qualche tempo fa una sera ho accompagnato una cara amica all'appuntamento con un medico che stava in piazza Maria Adelaide di Savoia. Sul marciapiede, davanti a un cassonetto per indumenti e roba usata c'erano uno scatolone pieno di pentole e piatti e due valige di pelle marrone chiara, una più grande dell'altra. Mi sono avvicinata, le ho guardate meglio, una vera meraviglia, come non se ne fanno più, un cuoio stupendo, tutte rifinite a mano e dentro come nuove, avranno fatto si e no due o tre viaggi in tutta la loro vita. La prima cosa che ho pensato è che eravamo in un quartiere chic, col cavolo che in quel della Ghisolfa per strada si trovano cose del genere, poi dopo breve esitazione, visto che erano lì pronte per il macero, me le sono caricate in macchina e me le sono portate a casa. Anche vuote sono pesantissime, impensabile viaggiare oggi con dei mattoni del genere, ti spacchi schiena e mani e poi non hanno neanche le rotelle, però sono bellissime. Se avessi una cassapanca ce le metterei sopra in orizzontale e le riempirei di tutte le vecchie foto che possiedo, ma non ce l'ho. Dopo vari esperimenti ho finito per sistemarle per terra in verticale una accanto all'altra in sala, sotto il pannello di un Fred Astaire che avevo trovato tanti anni fa da un rigattiere. Fred solleva il cilindro e sembra dire -accomodati- a chi entra in casa, mette allegria e per questo mi piace; probabilmente era appeso all'ingresso di un locale notturno perché dietro ci sta scritto Sixteen New York 1960. Le valige e Fred Astaire, trovo che stiano molto bene insieme. Naturalmente ho lavorato di fantasia chiedendomi a chi saranno appartenute. A una vecchia signora che se n'è volata in cielo e si sbaraccano le sue cose? A qualcuno che ha traslocato, va ad abitare in un appartamento più piccolo e dei due reperti archeologici non sa cosa farsene? A un'anziana coppia di sposi? Magari le hanno ricevuto in regalo per il loro matrimonio, una volta si usava regalare il set di valige. Forse ci hanno fatto il viaggio di nozze. Magari avranno pure litigato sul loro destino finale, la moglie romantica non se ne voleva separare perché in fondo sono un ricordo, il marito, più pratico come tutti gli uomini, trova che non servono più, ingombrano e basta. E chissà dove saranno andate? In crociera per le isole del Mediterraneo? A Napoli e in costiera amalfitana? Alle terme di Montecatini? Un tempo non erano frequenti i viaggi esotici in terre lontane. Restano lì mute sul pavimento e non un solo indizio sulla loro storia passata. Queste sono valige che non partiranno mai più, mi sono detta, robuste come sono avrebbero potuto fare il giro del mondo e invece nuove, quasi inutilizzate. Che brutta fine ritrovarsi su un marciapiede, meno male che le ho salvate.
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