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Le esequie premature

Creato il 20 dicembre 2015 da Salone Del Lutto @salonedellutto

Noi lo diciamo da anni, e quest’anno se n’è accorta pure la stampa. Con un po’ di realismo, con un po’ di cinismo, anche, è chiaro a tutti che Babbo Natale, un uomo in carne e ossa, non potrebbe continuare a volare in cielo nella sua slitta di renne alla veneranda età di 227 anni. Un uomo in carne e ossa a quell’età non ci arriva. Un uomo in carne e ossa muore prima. Solo che dire “Babbo Natale è morto” è una roba di una crudeltà totale. È inconcepibile.

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Eppure è successo. E a dare il triste annuncio della morte del vecchio babbo è stato nientepopodimeno che uno dei maggiori quotidiani norvegesi, l’Aftenposten. La morte di Babbo Natale non si è meritata neppure la prima pagina del giornale, ma un comune necrologio, in cui si leggeva: «Il nostro caro Babbo Natale, nato il 12 dicembre 1788, è morto il 3 dicembre a Nordkapp», ossia nel punto più a nord del paese. Tutto lì. Non una motivazione, non una lacrima, non un coccodrillo come ci si sarebbe potuti aspettare. La star assoluta del mese di dicembre era liquidata in poche parole, telegraficamente. Il funerale era previsto per il 28 del mese, nella Cappella del Polo Nord. Ma poi (purtroppo) è prontamente venuta la smentita: “Non è vero, ragazzi! Ci siamo sbagliati, che diamine! Babbo Natale sta benone, anche quest’anno passerà!”. Il necrologio è stato abilmente rimosso dalla versione online del giornale, con buona pace di tutte le madri allarmate per i propri figlioletti.

Questo episodio mi ha fatto pensare a quante morti vengono annunciate anzitempo. E ho trovato che sono molto più numerose di quel che pensavo. Dalle Bermuda, ad esempio, Mark Twain inviò un simpatico telegramma alla Associated Press. Poche parole, inequivocabili: «La notizia della mia morte è grossolanamente esagerata». Come lui, anche Ernest Hemingway fu dato per morto anzitempo. Dicevano che l’aereo su cui volava fosse precipitato nei cieli africani. E lui gli articoli che narravano il triste episodio li raccolse tutti e – pare – istituì per qualche tempo il rituale della lettura mattutina dei propri necrologi, sorseggiando un bicchiere di Champagne ghiacciato (te pareva che non bevesse).

A volte le esequie premature ottengono anche qualche risultato positivo. «Le marchand de la mort est mort». Così un giornale francese annunciava nel 1888 la morte di Alfred Nobel – in realtà un Nobel era morto davvero: suo fratello Ludvig Immanuel –, inventore della dinamite. Certo, il titolo era tutt’altro che lusinghiero così come il tono dell’articolo – «Alfred Nobel, che divenne ricco trovando il modo di uccidere il maggior numero di persone nel modo più veloce possibile, è morto ieri» – e Nobel rifletté a lungo su come avrebbe potuto lasciare un ricordo migliore di sé. Inventò un premio e, possiamo dire, riuscì nel suo intento, visto che oggi è proprio il premio Nobel che leghiamo al suo nome, mentre la storia della dinamite sembra essere acqua passata.

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Un secolo dopo, nel 1988, Le Monde annuncia la morte di Monica Vitti. La redazione ha ricevuto una telefonata e, dall’altra parte del filo, qualcuno ha letto un comunicato stilato dall’agente francese dell’attrice. Un suicidio, una dose massiccia di barbiturici, non c’è stato niente da fare. La redazione si muove in due direzioni: preparare un coccodrillo adeguato, e verificare la notizia. Solo che George Beaume, l’agente della Vitti, è irrintracciabile. Si pubblica ugualmente, anche senza avere conferma. Ed è un disastro giornalistico.

Recentemente, in rete, è stato fatto morire Kirk Douglas che in effetti, a 98 anni… A diffondere la bufala è stato il sito online del magazine People, dove evidentemente qualcuno non si era accorto della postilla (DO NOT PUB: non pubblicare!). Come possiamo definire tecnicamente l’errore: una fuga di coccodrillo? Poi c’è stato Paolo Villaggio, morto più volte, di cui quella più “vera” è stata il 10 dicembre del 2011. E anche al “nostro” (diciamo vostro, va…) Fabio Volo è toccata una sorte analoga, visto che un sito, sfruttando il nome Tgcom24, ha rivelato la morte del volo, in un incidente d’auto. Poi abbiamo fatto morire Carlo Azeglio Ciampi, Pippo Baudo, Giulio Andreotti (non vi preoccupate: il 6 maggio del 2013 è stata la volta buona) e altri ancora…

Gli avranno allungato la vita? Chissà. Intanto Babbo Natale è vivo e Licio Gelli è morto. Che si sappia!

di Silvia Ceriani


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